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Alma Poloni «ISTA FAMILIA DE FINE AUDACISSIMA ...

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II. GLI EQUILIBRI LOCALI E LA LORO ROTTURA<br />

1. Gli equilibri locali nelle parole dei testimoni del 1465<br />

Da un punto di vista legale, la ragione stava in apparenza dalla parte dei<br />

«vicini» di Onore. I capitoli concessi da Venezia alla Val Seriana superiore<br />

nel 1428 stabilivano senza ombra di dubbio che i cittadini che abitavano fuori<br />

dalla città dovevano pagare i dazi nei Comuni dove vivevano, e alle stesse<br />

tariffe degli altri «vicini». Ma la faccenda era un po’ più complicata. Come spesso<br />

accadeva nel XV secolo, l’applicazione di una norma generale apparentemente<br />

chiara era ostacolata da una serie infinita di eccezioni, di esenzioni e di<br />

immunità concessi a famiglie, comunità, singoli individui. Nel 1410 i da Fino<br />

avevano ottenuto da Pandolfo Malatesta, allora signore di Bergamo, l’esenzione<br />

dal pagamento delle imposte indirette. Questo privilegio non era mai stato<br />

formalmente revocato dalle autorità veneziane, e anzi in un certo modo era<br />

stato ribadito quando, nel 1449, i da Fino si erano visti riconfermare ufficialmente<br />

il diritto di cittadinanza. La lettera ducale di quell’anno, infatti, che abbiamo<br />

già analizzato nelle pagine precedenti, si soffermava anche sulla questione delle<br />

imposte indirette. Il doge e i consiglieri ducali stabilivano che i dazi dei da<br />

Fino e dei Bucelleni residenti a Fino, Onore, Castione, Gromo e Gandellino<br />

dovessero essere messi all’incanto a Bergamo, al pari di quelli degli altri cittadini<br />

di Bergamo. In pratica, cioè, i membri delle due parentele avrebbero dovuto<br />

pagare le loro imposte agli appaltatori dei dazi di Bergamo.<br />

L’anonimo notaio che ha composto il nostro dossier documentario ha sentito<br />

il bisogno di chiosare la copia della lettera ducale del 1449 con un commento<br />

molto interessante. Egli osserva che la disposizione relativa ai dazi dei da<br />

Fino e dei Bucelleni non trovò mai applicazione, perché a ben vedere le imposte<br />

di Bergamo erano molto più alte di quelle delle valli, e i cittadini in questione<br />

non avevano alcun interesse a usufruire di questo dubbio privilegio. Il ragionamento<br />

sembra plausibile, ma certamente non contribuisce a rendere un<br />

po’ più chiara l’intricatissima questione della condizione dei cives residenti<br />

in Val Seriana superiore. In realtà l’impressione è che al di sotto e all’interno<br />

del quadro, già decisamente contraddittorio, definito dalle varie fonti del diritto<br />

- privilegi concessi dalla Dominante al momento della dedizione, lettere<br />

ducali, interventi delle magistrature e dei Consigli veneziani, sentenze degli<br />

ufficiali territoriali, Statuti cittadini, esenzioni e immunità particolari - convi-<br />

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