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Alma Poloni «ISTA FAMILIA DE FINE AUDACISSIMA ...

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se nell’atto che conserva memoria dell’operazione non si trova un aperto riferimento<br />

a un pagamento da parte di Venturino.<br />

Ma cosa se ne faceva Giovannino di tutti i panni che faceva realizzare<br />

dai fuochi più estesi della sua parentela? Naturalmente li vendeva, perché<br />

Giovannino era un mercante di panni, anche se non compare mai, né nei documenti<br />

degli anni ’60 né nell’estimo del 1470, con la qualifica di mercator.<br />

Gli atti del notaio Iacobo da Fino registrano diverse vendite a personaggi della<br />

zona, in particolare di Clusone, probabilmente mercanti che provvedevano<br />

allo smercio dei tessuti sia a livello locale sia a Bergamo, o addirittura a Venezia<br />

123 . Tutti i panni venduti da Giovannino sono indicati come «parati»,<br />

pronti, una definizione che probabilmente si contrapponeva a «sgrezzi», e che<br />

significava che le pezze erano state follate. Di questa operazione, come si è detto,<br />

si occupava evidentemente lo stesso Giovannino.<br />

Non possiamo escludere che Giovannino commerciasse i suoi panni anche<br />

in città. È interessante notare che egli almeno in un’occasione vendette anche<br />

«panni valsugani», realizzati cioè con lana importata dal Trentino 124 . Non sappiamo<br />

chi avesse lavorato questi tessuti, forse sempre i da Fino, ai quali la lana,<br />

di qualità superiore a quella prodotta in Val Seriana, era stata probabilmente<br />

fornita dallo stesso Giovannino. La lana della Valsugana si acquistava facilmente,<br />

oltre che a Bergamo, a Lovere, a Gandino e nelle località limitrofe<br />

125 . Il dato dimostra, in ogni caso, che tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli<br />

anni ’70 le attività di Giovannino stavano diventando più articolate, e che egli<br />

cercava di differenziare l’offerta. Gli affari evidentemente andavano bene, anche<br />

grazie al fatto che la vigorosa crescita demografica sosteneva la domanda.<br />

Questa conclusione è confermata dal fatto che nel 1472, per la prima volta,<br />

uno degli esponenti dei da Fino compare con la qualifica di mercator e negotiator<br />

publicus 126 ; si tratta di magister Persino del fu Pezino di Facchino da<br />

Somas, che come gli altri da Fino acquisì l’indipendenza giuridica ed economica,<br />

e dunque la libertà di dedicarsi all’attività che preferiva, solo dopo la morte<br />

del padre, avvenuta tra il 1470 (Pezino risulta ancora vivo nell’estimo di<br />

quell’anno) e il 1472. La definizione di «mercante pubblico» indica che egli<br />

intendeva fare dell’impegno commerciale una vera e propria professione, e<br />

probabilmente ampliare il raggio d’azione entro il quale si era mosso Giovannino.<br />

Fu da quest’ultimo, in ogni caso, che Persino acquistò i panni con i<br />

quali iniziò la propria avventura commerciale 127 .<br />

Giovannino del fu Simone rimase soprattutto una sorta di mediatore tra i<br />

da Fino e il mercato, locale e sovralocale, o meglio tra le cellule produttive fa-<br />

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