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Alma Poloni «ISTA FAMILIA DE FINE AUDACISSIMA ...

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zioni particolari, il prevalere all’interno del patriziato veneziano, in quel preciso<br />

momento, di un atteggiamento favorevole ai gruppi dirigenti cittadini, o all’opposto<br />

incline a ricercare il consenso delle élites locali delle comunità rurali.<br />

Per fare un esempio, nell’estimo generale bergamasco del 1428 le autorità<br />

veneziane, su 24 carati totali, ne assegnarono 16 alla città e alla pianura e 8<br />

alle valli. Ciò significa che, dell’ammontare complessivo di ogni sussidio dovuto<br />

dalla provincia bergamasca, i due terzi sarebbero stati pagati dalla città e<br />

dalle comunità della pianura, e soltanto un terzo dalle comunità della montagna<br />

5 . Nel 1446 questo rapporto fu esattamente rovesciato: alla città con la pianura<br />

furono assegnati 8 carati, alle valli 16. Da ciò non si può certo dedurre che<br />

in meno di vent’anni la città fosse andata incontro a un processo di vertiginosa<br />

caduta economica e demografica, di contro a un’altrettanto clamorosa crescita<br />

delle valli. Semplicemente, il clima politico del 1446 era diverso da quello<br />

del 1428, e in quel momento pareva ai veneziani più consigliabile recuperare<br />

il favore dei ceti dominanti urbani, concedendo loro di pagare alle casse<br />

dello Stato un contributo decisamente più ridotto che in passato, anche a costo<br />

di scontentare i fedeli valleriani.<br />

Ai livelli inferiori all’estimo generale provinciale, il governo veneziano<br />

usciva di scena, e la gestione della fiscalità rimaneva nelle mani dei poteri e delle<br />

istituzioni locali. Erano i rappresentanti delle valli, per esempio, sulla base<br />

probabilmente di un estimo generale di corpo, a determinare la ripartizione<br />

delle tasse tra le circoscrizioni montane: Val Seriana superiore, Val Seriana<br />

inferiore, Val Gandino, Val Brembana superiore, Val Brembana inferiore, Val<br />

Brembana oltre la Gocchia, Val San Martino e Val Imagna con Almenno. Bisogna<br />

ricordare che le valli più isolate, la Val di Scalve, la Val Taleggio e la Val<br />

Averara, godevano di una separazione ancora più completa rispetto alle altre<br />

vallate prealpine. Esse cioè non partecipavano alla fiscalità ordinaria e alla<br />

normale divisione in quote, ed erano tenute soltanto a pagare una cifra annua<br />

convenuta in via forfettaria con Venezia, in sostituzione di tutti i contributi, le<br />

tasse e gli oneri di ogni genere 6 .<br />

A questo punto della procedura di ripartizione, la Val Seriana superiore<br />

conosceva la cifra che avrebbe dovuto versare alle casse statali. L’importo<br />

doveva poi essere suddiviso tra i Comuni che facevano parte del distretto. Tale<br />

passaggio, estremamente delicato, veniva compiuto sulla base di un estimo<br />

generale di valle (detto anche compartitum), la cui esistenza è attestata<br />

con certezza dalla documentazione relativa alla lite tra Onore e i da Fino, che<br />

sarà oggetto dei prossimi capitoli. La nostra fonte non specifica le aliquote<br />

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