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Alma Poloni «ISTA FAMILIA DE FINE AUDACISSIMA ...

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tenere un atteggiamento neutrale, ma a esprimere al contrario un giudizio molto<br />

severo sul comportamento della parentela, condannando con forza la sua arroganza.<br />

Circa un anno dopo Donato fu riascoltato, questa volta nel corso di<br />

una raccolta di deposizioni finalizzata a stabilire l’esatto ammontare del dazio<br />

della grattarola nei vari Comuni della Val Seriana superiore. Il motivo per cui<br />

egli veniva convocato di frequente come testimone è che aveva una grande<br />

esperienza dei meccanismi della società locale, perché era un uomo anziano,<br />

sui 70 anni, e soprattutto perchè aveva ricoperto numerosi incarichi politici<br />

e fiscali per il Comune di Clusone e per il Consiglio di Valle. Donato, come i<br />

fratelli Albrici, era un nemico dei da Fino. È vero comunque che questa ostilità<br />

non era estesa a tutti i Fanzago: negli anni ’70 il mercante Alessio del fu<br />

Marino Fanzago concluse affari con Giovannino da Fino nel campo della<br />

compravendita di panni di lana 175 .<br />

I Fanzago, gli Albrici e i da Fino erano tutte famiglie appartenenti all’élite<br />

politica della Valle, che ambivano anzi, proprio negli anni ’60 e ’70 del<br />

Quattrocento, a rafforzare la propria posizione. I Fanzago e gli Albrici, come<br />

altre famiglie di pari livello, lo facevano però dall’interno delle istituzioni comunitarie.<br />

Essi cioè si assumevano responsabilità politiche nei loro Comuni di<br />

origine, ricoprendo cariche spesso impegnative e difficili, come il consolato e<br />

gli uffici fiscali; col tempo diventavano quasi politici di professione, e in questa<br />

veste venivano scelti di frequente come delegati della loro comunità al<br />

Consiglio della Val Seriana superiore. Qui essi tentavano di mettersi in luce attraverso<br />

la loro esperienza, la loro intelligenza politica e la loro capacità retorica,<br />

diventavano punti di riferimento importanti, finché venivano affidati loro<br />

compiti delicati, come fare da portavoce delle esigenze e delle proteste della<br />

Valle presso le autorità bergamasche e veneziane.<br />

I da Fino, agli occhi di questi notabili locali, giocavano sporco. Essi infatti<br />

preferivano agire da outsiders. Nella loro condizione di cittadini, i da Fino<br />

erano esclusi dalle cariche pubbliche dei Comuni nei quali vivevano, e quindi<br />

non potevano intraprendere una regolare carriera politica. Essi sceglievano<br />

una tattica diversa: si impegnavano per costruire una rete di relazioni il più<br />

estesa possibile che includesse diversi individui, famiglie e comunità, e tentavano<br />

attraverso queste loro conoscenze di esercitare un qualche ascendente<br />

sul Consiglio di Valle. I da Fino cioè, grazie al loro coinvolgimento nella vita<br />

di molti Comuni, nella veste di residenti, parroci, prestatori di denaro, lavoravano<br />

per condizionare i singoli delegati al Consiglio, mirando a influenzare<br />

in qualche modo la linea politica degli organismi di Valle. La parentela cer-<br />

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