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Alma Poloni «ISTA FAMILIA DE FINE AUDACISSIMA ...

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scavano tutti gli introiti. Se dunque il conduttore fosse stato un uomo dei da Fino,<br />

il ricavato delle imposte avrebbe poi potuto essere diviso tra tutte le famiglie<br />

della parentela, o utilizzato come cassa comune della stessa per le spese<br />

ordinarie e straordinarie.<br />

Mettiamo che le cose siano andate proprio in questo modo, che questa<br />

fosse la concessione fatta dai «vicini» di Onore per chiudere la disputa. In<br />

questo caso, dal punto di vista pratico, i da Fino avevano raggiunto esattamente<br />

lo stesso risultato che avevano cercato con la «limitazione» del 1464.<br />

Avevano cioè ottenuto di tenersi i loro dazi, o almeno il più importante, quello<br />

della grattarola, che comprendeva, oltre all’imposta sulla compravendita<br />

di animali vivi e morti, anche quella sulla vendita al minuto di formaggio e di<br />

carne macellata. Questo denaro poteva essere utilizzato per aumentare le disponibilità<br />

finanziarie dei fuochi, ma soprattutto per redistribuire ricchezza,<br />

facendo in modo che anche i membri più disagiati della parentela potessero in<br />

parte beneficiare del successo degli esponenti più dinamici, che ovviamente,<br />

essendo impegnati più spesso in scambi commerciali, erano quelli che pagavano<br />

maggiormente i dazi. Certo il lignaggio ci aveva perso dal punto di vista<br />

simbolico. La grattarola di Fino veniva pubblicamente messa all’incanto dal<br />

Comune di Onore, ed era al Comune di Onore, a un suo ufficiale, che il prezzo<br />

dell’appalto veniva pubblicamente consegnato. Con queste azioni pubbliche<br />

simboliche - che erano una delle forme più efficaci di comunicazione per<br />

gli uomini del Medioevo e della prima età moderna - si ribadiva con forza e<br />

chiarezza che Fino non era che una contrada di Onore, ad esso fiscalmente<br />

soggetta; e che, a differenza di quanto i da Fino avevano subdolamente tentato<br />

di far passare strappando la «limitazione» alle autorità veneziane, la parentela<br />

non era affatto un corpo a sé stante, una comunità indipendente, ma era<br />

parte - anche se anomala - del Comune di Onore.<br />

Importantissima, a questo proposito, è la specificazione, contenuta nel<br />

capitolo statutario, che questa disposizione non era valida per tutti i da Fino,<br />

ma «per quei da Fino che abitano nei confini del Comune di Fino». Non è facile<br />

capire perché qui, per l’unica volta in tutto lo Statuto, e in generale in<br />

tutta la documentazione emanata dal Comune di Onore, Fino sia definito Comune<br />

invece che contrada. Certo Fino Comune non era, come dimostra, oltre<br />

a tutto quello che abbiamo detto nelle pagine precedenti, anche il semplice<br />

fatto che i suoi dazi fossero di competenza di Onore. Si tratta quasi certamente<br />

di una svista, imputabile probabilmente al notaio che, nel XVI secolo, ha redatto<br />

la copia che ha consentito allo Statuto di giungere fino a noi. In effetti,<br />

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