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Alma Poloni «ISTA FAMILIA DE FINE AUDACISSIMA ...

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ta Val Seriana superiore il 16 giugno 1428» 70 . La parentela avrebbe inoltre<br />

dovuto saldare anche i dazi arretrati, calcolati a partire dal 31 luglio 1464, il<br />

giorno nel quale il Consiglio dei Quaranta aveva dichiarato nulla la concessione<br />

della «limitazione». La sentenza sembra in realtà fatta apposta per lasciare<br />

aperto uno spiraglio, e dare ai da Fino il tempo di studiare nuove mosse. Essa<br />

rendeva infatti necessaria un’approfondita e, quindi, lunga inchiesta per<br />

stabilire a quanto ammontassero i vari dazi al momento dell’annessione della<br />

Valle allo Stato di Venezia, quasi quarant’anni prima. L’ambiguità del pronunciamento<br />

dei Rettori di Bergamo conferma in qualche modo l’influenza che<br />

i da Fino erano in grado di esercitare negli ambienti cittadini.<br />

Intanto i da Fino facevano pressione sul Vicario della Val Seriana superiore,<br />

al quale, come si è detto, competeva l’esecuzione dei provvedimenti contro<br />

la parentela. Negli anni ’60 il Vicario era ancora un cittadino di Bergamo,<br />

e perciò non era un arbitro davvero imparziale. Anch’egli infatti scelse di temporeggiare,<br />

probabilmente sperando che il suo mandato scadesse senza essere<br />

costretto a prendere alcuna decisione. I «vicini» di Onore mandarono un<br />

loro rappresentante - un «sindaco» - , tal Andreolo, dal Podestà Benedetto Venier,<br />

per lamentarsi del fatto che il Vicario, pur di tirarla per le lunghe, conduceva<br />

la causa «con la procedura dei litigi ordinari, e non con la procedura<br />

sommaria che di solito si segue per le cause dei dazi» 71 . L’ufficiale aveva cioè<br />

deciso di non utilizzare il rito abbreviato previsto dagli ordinamenti per le<br />

dispute riguardanti le imposte indirette, ma di osservare tutte le diverse fasi contemplate<br />

per le cause ordinarie, dall’ascolto delle parti e dei loro avvocati, all’analisi<br />

delle allegationes, vale a dire dei documenti presentati dai due contendenti<br />

a sostegno della propria versione, alla raccolta di deposizioni. Andreolo<br />

faceva notare al Podestà che il protrarsi della controversia comportava<br />

spese sempre più insostenibili per la sua comunità.<br />

Il sindaco dei «vicini» aveva anche un’altra rimostranza, forse più grave<br />

della precedente. Egli denunciò che i da Fino avevano cominciato a mettere all’incanto<br />

i loro dazi tra di loro, separatamente dagli altri uomini di Onore, e ad<br />

aprire taverne con le insegne pubbliche. Ma di tale questione abbiamo già<br />

parlato a sufficienza.<br />

Il 17 dicembre del 1465 Benedetto Venier scrisse due lettere, una indirizzata<br />

al Vicario della Val Seriana superiore e una ai sindaci della parentela dei<br />

da Fino. Nella prima egli ordinava all’ufficiale di seguire la procedura sommaria<br />

che le cause per i dazi richiedevano, e di costringere i da Fino a pagare le<br />

imposte indirette alle aliquote in vigore al tempo della dedizione a Venezia. «Co-<br />

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