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Alma Poloni «ISTA FAMILIA DE FINE AUDACISSIMA ...

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cento. Il tentativo di interrompere qualsiasi contatto economico dei «vicini» con<br />

i forestieri, per esempio, che abbiamo visto in atto nello Statuto di Onore, non<br />

si può giustificare soltanto come una risposta razionale alla sempre più evidente<br />

penuria di risorse. La chiusura degli orizzonti comunitari fu un processo<br />

culturale molto profondo, per il quale è necessario cercare motivazioni più<br />

complesse. Stava cambiando il modo in cui, almeno in queste aree di montagna,<br />

le persone pensavano alla convivenza e ai rapporti sociali. L’immagine che si<br />

stava imponendo, che stava diventando assolutamente preminente nella mentalità<br />

dei «vicini», era quella di un mondo organizzato in compatte comunità a<br />

base territoriale, che si incastravano l’una nell’altra come scatole cinesi: la contrada<br />

nel Comune, il Comune nella circoscrizione della Val Seriana superiore,<br />

la Val Seriana superiore nella provincia bergamasca, la provincia bergamasca<br />

nello Stato di Venezia. Per un individuo non ci poteva essere altra scelta che far<br />

parte di una contrada, e dunque di un Comune, che a sua volta faceva parte<br />

del distretto valligiano e mandava i suoi delegati al Consiglio di valle.<br />

Era all’interno della sua contrada e del suo Comune che una persona non<br />

solo doveva risiedere, ma doveva coltivare le sue relazioni, matrimoniali, di<br />

affari, di amicizia. L’allontanamento era concesso soltanto per ragioni di bisogno,<br />

e solo temporaneamente: le valli bergamasche, come è noto, producevano<br />

intensi flussi di emigrazione stagionale. Le scelte alternative, le scelte<br />

eccentriche, di chi preferiva muoversi tra diverse comunità, mantenere un<br />

raggio d’azione ampio, costruire un tessuto di relazioni che non tenesse conto<br />

dei confini comunitari, cominciarono a essere viste con sospetto, a essere<br />

considerate pericolose. Il forestiero era prima di tutto un tipo strano, che<br />

chissà per quale motivo, magari losco, aveva abbandonato la comunità alla<br />

quale apparteneva per nascita, aveva strappato volontariamente le proprie<br />

radici.<br />

Accanto a quelli demografici ed economici, anche gli sviluppi politici<br />

avevano contribuito alla definizione di questo nuovo modo di pensare i rapporti<br />

tra gli uomini. In particolare, ebbe un’importanza centrale la fine della<br />

stagione delle lotte tra le fazioni guelfa e ghibellina, che coincise con l’inclusione<br />

delle valli bergamasche nel dominio veneziano. La parte guelfa e<br />

ghibellina sono le grandi assenti della nostra storia. I documenti che ho consultato<br />

per questo studio non recano alcuna traccia della sopravvivenza di<br />

queste divisioni. Tutti i protagonisti, i da Fino, i «vicini» di Onore, il Consiglio<br />

della Val Seriana superiore, si definiscono «guelfi caldissimi e fedelissimi», ma<br />

si tratta soltanto di un’attestazione di fedeltà alla guelfa Venezia. Sembra pro-<br />

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