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Alma Poloni «ISTA FAMILIA DE FINE AUDACISSIMA ...

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condizionare in maniera informale e nascosta le dinamiche interne di diversi<br />

Comuni. Questa strategia richiedeva però il mantenimento di una forte compattezza<br />

familiare, e questo spiega l’impegno profuso da tanti da Fino in questa<br />

direzione.<br />

Nel più ampio contesto della Val Seriana superiore, perciò, i principali<br />

oppositori dei da Fino furono ovviamente quelle famiglie dell’élite locale che<br />

più avevano da perdere, tanto dal punto di vista economico quanto da quello<br />

politico, dal loro atteggiamento da free riders. In alcuni momenti questi notabili,<br />

come gli Albrici e i Fanzago, riuscirono a tirare dalla propria parte i membri<br />

del Consiglio di Valle, e a promuovere azioni formali contro l’arrogante parentela.<br />

Ma per la maggior parte del tempo è da credere che tra i problemi più<br />

urgenti delle piccole comunità di montagna - ad eccezione, ovviamente, di<br />

Onore - non ci fossero i da Fino.<br />

138<br />

<strong>DE</strong>LLA MISERICORDIA, Divenire comunità cit.<br />

139 Su questo tema si veda anche G. M VARANINI, L’invenzione dei confini. Falsificazioni<br />

documentarie e identità comunitaria nella montagna veneta alla fine del medioevo e agli<br />

inizi dell’età moderna, in Distinguere, separare, condividere. Confini nelle campagne<br />

dell’Italia medievale, a cura di P. GUGLIELMOTTI, Reti medievali rivista, VII (2006-1),<br />

http://www.dssg.unifi.it/_RM/rivista/saggi/Confini_Varanini.htm.<br />

140<br />

<strong>DE</strong>LLA MISERICORDIA, Divenire comunità cit., pp. 421-442.<br />

141 Ibid., pp. 430-436.<br />

142 R. COMBA, Metamorfosi di un paesaggio rurale. Uomini e luoghi del Piemonte sud-occidentale<br />

fra X e XVI secolo, Torino 1983, in particolare pp. 114-127.<br />

143 Questa politica fu messa in atto soprattutto in Toscana, in particolare nel territorio pisano<br />

e in quello lucchese, che furono molto colpiti dai processi di spopolamento in atto nella seconda<br />

metà del Trecento: F. LEVEROTTI, Trasformazioni insediative nel Pisano alla fine del<br />

Trecento, in «Archeologia medievale», XVI (1989), pp. 243-262; EAD., Popolazione, famiglie,<br />

insediamento. Le Sei miglia lucchesi nel XIV e XV secolo, Pisa 1992.<br />

144 «Quod si aliqua persona venderet vel emeret aliquam bestiam grossam vel minutam, ubicumque<br />

venderet vel emeret, debeat solvere denarios quatuor pro qualibet libra denariorum»<br />

(Statutum de l’Onore cit., pp. 58-59).<br />

145 «Quod quilibet persona stans et habitans, et qui stabit et habitabit […] super dicto comuni<br />

teneatur […] solvere conductori gratarole comunis suprascripti de Lonore denarios<br />

quatuor imperialium pro qualibet libra denariorum venditionis vel emptionis de omnibus<br />

bestiis vivis et mortuis» (Ibid., p. 120).<br />

146 «Quod si aliquis de dicto comuni de Lonore venderet aliquas bestias in et super comuni de<br />

Lonore et in valle Seriana superiori aliquo forensi, quod ille qui venderit illas bestias teneatur<br />

solvere pro forense si forensis non solvit; et forensis teneatur solvere denarios sex<br />

imperialium pro qualibet libra denariorum» (Ibid., p. 58).<br />

127

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