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sull’arte degenerata, e attribuisce all’arte il compito di “favorire la spiritualità<br />

dell’uomo a scapito della sua sensualità”. Baynes dichiara invece:<br />

“Temo di non avere un grande interesse per l’arte moderna [siamo nel<br />

1962, ndr]. Amo i vecchi cubisti e gli astrattisti dell’anteguerra”. E poi<br />

aggiunge un’osservazione che può suonare strana: “A me piace un’immagine<br />

che significhi qualcosa, e che non sia la semplice rappresentazione<br />

di un ideale”. Dick sembra perciò ribaltare in modo quasi paradossale<br />

il tradizionale pregiudizio sull’astrattismo, e considerare la pittura<br />

delle avanguardie storiche come “dotata di significato” (il che sarebbe<br />

in linea con il suo favore per il modernismo in letteratura, e con il<br />

suo amore per Joyce; → genealogie).<br />

Il discorso più intrigante sulle arti visive Dick lo fa, però, quando<br />

utilizza le avanguardie storiche per descrivere le macchie di colore dovute<br />

all’attività fosfenica che segnarono la sua esperienza del → “2-3-<br />

74”. Questa interpretazione metaforica doveva essersi ben radicata in<br />

lui durante quell’esperienza, o subito dopo, perché la ripete in ben tre<br />

romanzi. In → Radio libera Albemuth, gli eventi del “2-3-74” vengono<br />

attribuiti a Nicholas Brady, a cui per tutta la notte appaiono migliaia e<br />

migliaia di immagini che sembrano quadri di Klee, Chagall e Kandinskij,<br />

in numero maggiore di quelli che gli artisti avevano dipinto, tanto<br />

che egli a un certo punto crede gli siano state inviate telepaticamente<br />

dall’Hermitage di Leningrado, museo che ha una grande collezione di<br />

pittori astrattisti (cap. 15). Quando rievoca lo stesso episodio in → VA-<br />

LIS attribuendolo a Horselover Fat (cap. 7), Dick ricorda però di avere<br />

già utilizzato una descrizione analoga in → Un oscuro scrutare, attribuendola<br />

questa volta all’inventore della “tuta disindividuante” (scrambling<br />

suit) S.A. Powers: ed è qui che l’episodio si fa più significativo. In<br />

questo contesto gli artisti nominati sono Picasso, Klee e Modigliani, ma<br />

l’interesse della situazione sta nel fatto che Powers è un dipendente dei<br />

laboratori Bell e fa esperimenti (anche su se stesso) con sostanze disinibenti<br />

che intaccano il tessuto neuronale: è all’assunzione di queste sostanze<br />

che Powers attribuisce le proprie visioni. Svincolato dal contesto<br />

mistico-religioso di Radio libera Albemuth e di VALIS, l’episodio appare<br />

come un’interessante riflessione sulla “banalizzazione” dell’arte a<br />

opera del sistema industriale.<br />

Che Dick ne sia cosciente o meno, rivedere Klee e Picasso nella propria<br />

mente, o addirittura ricevere o creare nuove immagini nel loro stile,<br />

è un’operazione quasi perfettamente duchampiana, perché sposta l’oggetto<br />

artistico dal suo luogo deputato (il museo, la galleria) e lo inserisce<br />

nella vita quotidiana. Ma questa operazione non viene compiuta da un<br />

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