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Isidore finisce per cadere. Negli States i “cultisti” sono innumerevoli e autoreferenziali,<br />

al punto che il pullulare di gruppi e gruppuscoli ha dato lavoro a psicologi<br />

e investigatori almeno dagli anni Cinquanta in poi. Lo stesso Dick ebbe a<br />

che fare con uno di essi, quando si trasferì da Berkeley a Point Reyes Station<br />

con la seconda moglie Kleo, ma nonostante la presenza della bellissima leader<br />

del gruppo si defilò abbastanza rapidamente: il gruppo sosteneva che il 22 aprile<br />

del 1959 il mondo sarebbe finito, risparmiando solo il luogo dove esso si riuniva,<br />

che si sarebbe trasformato in un disco volante. Non si sa se Dick conoscesse<br />

il caso descritto nel classico When Prophecy Falls (1964) di Leon Festinger,<br />

che presenta forti somiglianze con quanto narrato in questo romanzo: nel 1953<br />

i cultisti di un gruppo del Wisconsin, seguendo l’invito del proprio guru contattato<br />

telepaticamente dagli alieni, vendettero i propri beni, regalarono il ricavato,<br />

e rimasero ad attendere la fine del mondo in cima a un monte, dove un disco<br />

volante avrebbe dovuto venire a salvarli. Non accadde nulla, e il guru affermò<br />

che gli alieni avevano voluto metterli alla prova. Anche Isidore prende<br />

contatto con un gruppo di questo tipo, suggerisce involontariamente che il 23<br />

aprile avverrà la fine del mondo se ne autoconvince e, dopo aver litigato con la<br />

sorella, le vende la propria quota della casa (lasciatale in eredità da Charley), acquista<br />

cavallo, pecore, cane e anatre come quelle del cognato morto, e, più che<br />

la fine del mondo, attende la sua resurrezione. Ma il fatto che non avvenga nulla<br />

gli dà la consapevolezza di essere ingenuo e anche un po’ svitato, e di aver vissuto<br />

tutta la vita nella spazzatura rovistando fra alieni, fantascienza e dischi volanti.<br />

La sua vita giunge a una svolta: decide così di servirsi dei mille dollari ereditati<br />

da Charley con il vincolo di fare una cura psichiatrica. Il finale contiene il<br />

senso di riaffermazione e di acquisita consapevolezza che sarà il “marchio di<br />

fabbrica” di quasi tutte le migliori opere dickiane. (C.A.)<br />

Temi: arte; artigianato; donne; follia; matrimonio; psichiatria; realtà/illusione;<br />

vita/morte.<br />

Cronache del dopobomba<br />

Titolo originale: Dr. Bloodmoney, or We Got Along After the Bomb (1965).<br />

Ispirato a: secondo Andrew M. Butler, a un romanzo mainstream andato perduto.<br />

Il romanzo inizia in un mondo futuro (la data è il 1981) ma non molto diverso<br />

da quello in cui scriveva Dick, la principale differenza essendo un esperimento<br />

nucleare fallito, progettato dal fisico Bruno Bluthgeld, che ha causato la nascita<br />

di numerosi bambini deformi. Inoltre, una missione spaziale americana è in<br />

procinto di partire per Marte, dove l’astronauta Walt Dangerfield (un curioso<br />

personaggio a metà tra l’uomo di spettacolo e l’intellettuale blasé) e la sua famiglia<br />

si insedieranno in una base permanente.<br />

Per il resto i primi tre capitoli descrivono la vita quotidiana, piuttosto simile<br />

a quella degli anni Sessanta, di un gruppo di persone qualsiasi nelle vie di<br />

Berkeley: tra essi spicca Hoppy Harrington, un focomelico privo di braccia e<br />

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