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lema che si possa definire privato” (conversazione con Paul Williams,<br />

1974, cit. in Williams 1975, p. 10).<br />

Nel momento in cui, l’8 novembre 1960, si svolsero le lezioni presidenziali<br />

che opponevano John Fitzgerald Kennedy al fedele vicepresidente<br />

di Eisenhower, Richard Milhous Nixon, gli Stati Uniti attraversavano<br />

una fase difficile. Eisenhower aveva ottenuto scadenti risultati, vista<br />

la crisi di Suez e l’instaurarsi di un governo filosovietico a Cuba.<br />

Inoltre, un aereo U-2 era stato abbattuto sui cieli sovietici durante un’operazione<br />

di spionaggio, mentre gli impegni statunitensi in Iran e Indocina<br />

stavano registrando risultati disastrosi. Ciononostante, se Eisenhower<br />

avesse potuto presentarsi per un terzo mandato, probabilmente<br />

Kennedy non avrebbe vinto, e per l’elezione del giovane presidente<br />

democratico fu essenziale l’ottima performance che realizzò nel<br />

dibattito televisivo che lo oppose a un impacciato, antipatico e brutto<br />

Richard Nixon: d’altronde la campagna elettorale democratica era sostanzialmente<br />

basata sullo spettro della presunta perdita di potere degli<br />

Stati Uniti nel mondo. John Kennedy, oggi tanto amato dalle formazioni<br />

di centro-sinistra di ogni nazione, attaccò i repubblicani per il presunto<br />

divario relativo a missili e armi nucleari rispetto all’Urss e per non aver<br />

contrastato sufficientemente la presenza comunista a Cuba. Fu importante<br />

anche la candidatura a vicepresidente di Lyndon Johnson, texano,<br />

che garantì a Kennedy i voti compatti degli stati del Sud. Kennedy prevalse<br />

su Nixon solo per lo 0,1 per cento dei voti ma si garantì, grazie ai<br />

meccanismi della legge elettorale, 303 grandi elettori contro 219. La politica<br />

di Kennedy fu da subito molto lontana dalla distensione. Il suo discorso<br />

inaugurale ribadiva i temi della Guerra fredda, sostenendo che<br />

gli Stati Uniti avrebbero “pagato qualsiasi prezzo, sopportato qualsiasi<br />

peso, affrontato qualsiasi difficoltà, [...] e combattuto contro ogni nemico<br />

per garantire il mantenimento e il trionfo della libertà” (Jones<br />

1995, p. 497). Kennedy incrementò il numero di sottomarini nucleari e<br />

di missili balistici intercontinentali, e aumentò gli stanziamenti per le<br />

forze militari convenzionali, senza trascurare la competizione spaziale<br />

con l’Unione Sovietica. Il tentativo di rovesciare il governo di Fidel Castro<br />

a Cuba, conclusosi con il maldestro sbarco della Baia dei Porci, la<br />

successiva vicenda delle basi missilistiche costruite per ospitare missili<br />

nucleari a medio raggio e la crisi in Europa, che ebbe il suo apice con la<br />

costruzione del Muro di Berlino, stanno a significare che la distensione<br />

non era parte integrante dei programmi del presidente democratico.<br />

Inoltre l’assassinio del dittatore del Vietnam del Sud, Ngo Dinh Diem,<br />

da parte di un gruppo di militari, avvenuto con il consenso degli Stati<br />

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