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viene ammazzato nessuno. Andrew M. Butler paragona invece il romanzo a<br />

Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller e vede in Milton una specie di<br />

Willy Loman, una figura di fallito che si ostina a inseguire un sogno di successo<br />

che poi è lo stesso di Bruce, ed è il sogno americano versione anni Cinquanta.<br />

E nella vicenda delle macchine da scrivere da contraffare c’è sicuramente<br />

l’ossessione di Dick per i falsi e le simulazioni, e il suo interesse per il piccolo<br />

commercio e i piccoli negozi, luoghi topici ed emblematici, per lui, del sogno<br />

americano. (U.R.)<br />

Temi: arte; artigianato; capitale; città; donne; matrimonio; media; merce; realtà/illusione;<br />

storia.<br />

I simulacri<br />

Titolo originale: The Simulacra (1964).<br />

Ispirato a: il racconto Uno show originale (1964, pubblicato in Italia nel 1997).<br />

A proposito di questo romanzo, un conoscitore profondo dell’opera di Dick<br />

come Andrew M. Butler si chiede: “Emozionante, una trama che è tutto un colpo<br />

di scena, ma è veramente coerente?”. Ebbene, la coerenza di questo romanzo<br />

non è tanto nella trama, ma nel mondo messo in piedi dall’autore con materiali<br />

di risulta della fantascienza “sociologica” degli anni Cinquanta, usati con<br />

una sostanziosa dose d’ironia e considerevole intuito politico per raffigurare in<br />

modo stravolto e sarcastico l’America kennediana, verso la quale Dick non aveva<br />

alcuna particolare predilezione (tra l’altro sappiamo che il manoscritto fu ultimato<br />

il 28 agosto del 1963, quindi mesi prima dell’attentato di Dallas).<br />

Dick immagina che gli Usa siano diventati Usea, Stati Uniti d’Europa e<br />

d’America, nati dalla fusione in piena Guerra fredda tra gli Stati Uniti e il loro<br />

più fido alleato (di allora), cioè la Germania di Adenauer. Dal momento della<br />

fusione si sono succeduti diversi presidenti, tutti vecchi e decrepiti, tanto che i<br />

cittadini li chiamano invariabilmente der Alte (il vecchio), e tutti tedeschi; ma<br />

chi conta veramente, chi governa i cuori, chi è veramente amato dal popolo tedesco-americano<br />

è la splendida first lady, Nicole Thibodeaux, bellissima, raffinata,<br />

colta, elegante, un misto di Jackie Kennedy (e come lei mora) ed Evita Peron<br />

(e come lei provvista di un carisma che scatena un autentico feticismo di<br />

massa).<br />

La società descritta da Dick è pesantemente gerarchizzata: l’ibrido politico<br />

tra l’autoritarismo tedesco e la spettacolarizzazione a stelle e strisce è il dominio<br />

della telegenica Nicole, che intrattiene ed educa (e manipola) i cittadini a reti<br />

unificate, e la cittadinanza è divisa in due caste, i Ge, privilegiati a conoscenza<br />

dei segreti di Stato, e i Be, che li ignorano e non contano niente. L’unica via di<br />

fuga è l’emigrazione su altri pianeti, impedita dal governo e discretamente pericolosa,<br />

perché per lasciare la Terra ci si deve mettere nelle mani di trafficanti<br />

privi di scrupoli. Ma pochi fanno questa scelta, perché la maggior parte dei cittadini<br />

maschi è soggiogata dal carisma di Nicole, figura castrante di magna mater<br />

dominatrice.<br />

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