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In → Noi marziani Jack Bohlen (che è schizofrenico, anche se non al<br />

punto di Manfred), usa il termine “pazzia” in un’occasione, e la definisce<br />

così: “dover ricostruire un’immagine della propria vita facendo domande<br />

agli altri” (cap. 13). Questa perdita di autocoscienza, per Jack,<br />

avrebbe origine nell’incapacità di ricordare (→ amnesia/anamnesi). Più<br />

spesso (anzi, quasi sempre) Dick ricorre però al termine “psicosi” o a<br />

parole equivalenti. In → Confessioni di un artista di merda Charley, il<br />

marito di Fay, spiega a Nathan perché lei è “psicopatica”:<br />

“Qual è la chiave del comportamento di Fay? Lei vuole sempre fare<br />

quello che le pare. [...] E non può aspettare, non è vero? È come un<br />

bambino: vuole fare quello che le pare e non può aspettare. Non è una<br />

forma di psicopatia? E poi non si preoccupa degli altri. Anche quella è<br />

una psicopatia. Lo è davvero, non ti sto prendendo in giro.”<br />

(Confessioni di un artista di merda, cap. 14)<br />

Il termine “psicopatia”, in senso tecnico, è diverso da “psicosi” ma possiamo<br />

assumere che nel linguaggio di Charley i due siano equivalenti.<br />

Notiamo che nel discorso di Charley, la psicopatia di Fay consiste in un<br />

difetto di attenzione verso gli altri.<br />

E qui ci avviciniamo a una definizione più precisa di psicosi per<br />

Dick. È ancora Jack Bohlen che ce la dà:<br />

Ora capisco cos’è la psicosi: l’estrema alienazione della percezione dagli<br />

oggetti del mondo esterno, specialmente gli oggetti che contano: la gente<br />

che ha calore umano. E cosa prende il loro posto? Una preoccupazione<br />

terribile per... l’interminabile flusso e riflusso della propria personalità.<br />

I cambiamenti che nascono dall’interno e che riguardano solo il<br />

mondo interiore. È una completa scissione dei due mondi, quello interiore<br />

e quello esterno: nessuno dei due lascia più tracce sull’altro. Entrambi<br />

continuano a esistere, ma ciascuno va per la sua strada.<br />

(Noi marziani, cap. 11)<br />

Noi marziani è stato scritto nel corso del 1962. Il concetto spiegato da<br />

Jack torna, più elaborato, nel testo La schizofrenia e il Libro dei mutamenti,<br />

pubblicato nella rivista “Niekas” nel 1965, come descrizione non<br />

della psicosi in genere, ma della schizofrenia: ed è quella a cui Dick resterà<br />

fedele anche successivamente. Il “mondo interiore” e il “mondo<br />

esterno” di cui parlava Jack sono qui indicati da due termini greci che<br />

vedremo ricorrere spesso in Dick: idios kosmos e koinos kosmos. Il primo<br />

indica il mondo privato, l’attività psichica prevalentemente autori-<br />

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