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una opportuna ignoranza di Dick, che dimentica come stato e potere siano nati<br />

ben prima dell’industria, proprio con l’agricoltura) piccole squadre della Lega<br />

anarchica percorrono le campagne e vigilano che non si torni al passato. Ma sono<br />

rimaste piccole enclave che non vogliono rinunciare al fascino della tecnologia<br />

e alla gerarchia sociale. In una di esse, tanto per non fermarsi a mezza strada,<br />

è stata abolita anche la democrazia, e i nostalgici si affidano in tutto e per<br />

tutto al vecchio Bors, un robot ammaccato e destinato ahimé all’immobilità,<br />

perché le sue bobine sinaptiche non si possono più riparare. Ma in quelle bobine<br />

è concentrato tutto il sapere del vecchio mondo, e così Bors esercita anche,<br />

autocraticamente, tutto il potere politico in quella società “scientifica e razionale”,<br />

presentandosi come un salvatore. L’anarchico Tolby, catturato dagli “industriali”,<br />

riesce con l’aiuto di uno di essi (evidentemente scontento della situazione)<br />

e della figlia a liberarsi e a trovare Bors, che finisce a bastonate. “Abbiamo<br />

fatto il nostro dovere” commentano i due anarchici. Il racconto rappresenta<br />

una delle rare incursioni di Dick in un terreno direttamente politico; nonostante<br />

le ingenuità presenta alcuni motivi di interesse, ma non certo quello dichiarato<br />

dall’autore vent’anni più tardi: “È interessante che io mi fidi di un robot e<br />

non di un androide. Forse perché un robot non cerca di ingannarti sulla sua vera<br />

natura”. Bors sarà metallico e ammaccato quanto si vuole, ma ha tutte le reazioni<br />

tipiche di un essere umano. (A.C.)<br />

Temi: androidi; potere; società/individuo; storia; tecnica.<br />

L’uomo dorato → Non saremo noi<br />

L’uomo variabile<br />

Titolo originale:The Variabile Man (1953).<br />

Nel mondo del futuro, la guerra tra il sistema della Terra e l’Impero centauriano<br />

è ormai inevitabile, soprattutto per motivi di espansione economica della<br />

Terra nei confronti del decadente Impero che la circonda. Ciò che manca è l’arma<br />

decisiva, e questa viene scoperta casualmente quando un sistema di propulsione<br />

iperluce esplode, dimostrando così la possibilità di lanciare una bomba<br />

all’interno della stella di Proxima e farla deflagrare. I meccanismi che calcolano<br />

le probabilità di vittoria spostano i responsi a favore della Terra. Nel frattempo<br />

il robot di una missione di analisi nel passato viene recuperato troppo in fretta,<br />

e riporta con sé Thomas Cole, un abile e poverissimo artigiano del 1914. Questa<br />

notizia, di per sé innocua, cambia ancora però gli equilibri statistici, impedendo<br />

alle macchine di calcolare la probabilità di vittoria: Cole è diventato<br />

l’Uomo Variabile, il dato che le macchine non lo riescono a inquadrare. Inizia<br />

così una lotta disperata tra chi vuole uccidere Cole per riportare le probabilità a<br />

favore della Terra e chi invece capisce che le sue capacità tecniche, quasi di origine<br />

paranormale, saranno utili a far funzionare la testa dell’Icaro, la bomba<br />

che deve essere lanciata. Alla fine la Terra viene sconfitta, ma il lavoro di Cole<br />

ha permesso di ripristinare il vecchio progetto e quindi di accedere a una velo-<br />

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