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no a pieno ritmo. Da ricordare la grande scena in cui, appurata la morte della<br />

sorella, Buckman vaga fino a un distributore dove un nero sta facendo benzina;<br />

non riuscendo a parlargli, stroncato dal dolore, gli passa un foglio con disegnato<br />

un cuore trafitto da una freccia. Il nero lo abbraccia, capendo il suo disperato<br />

bisogno di amore. Non è ancora l’agape paolina di cui Dick si nutrirà in seguito,<br />

ma piuttosto la “simpatia” schopenhaueriana, per cui ognuno di noi fa<br />

parte del tutto, e quindi degli altri. Phil scoprirà che la stessa scena era contenuta<br />

negli Atti degli apostoli (VIII, 27-39), che egli all’epoca non aveva letto, e ne<br />

vivrà una analoga nel 1978. (C.A.)<br />

Temi: amnesia/anamnesi; capitale; donne; droga; follia; media; musica e musicisti;<br />

polizia; potere; psichiatria; realtà/illusione; società/individuo.<br />

Scrutare nel buio → Un oscuro scrutare<br />

Svegliatevi dormienti<br />

Titolo originale: The Crack in Space (1966, titolo del manoscritto: Cantata 140).<br />

Ispirato a: il racconto lungo Cantata 140 (1964), che consiste praticamente<br />

nella prima metà del romanzo.<br />

Decisamente non uno dei testi più amati di Dick, rientra nel filone delle storie<br />

parallele. Ambientato nel 2080, racconta la storia di una terra sovrappopolata<br />

dove i milioni di disoccupati (prevalentemente non bianchi) non ricevono un<br />

sussidio, bensì vengono messi in stato di animazione sospesa in attesa che ci sia<br />

qualcosa da fare per loro. La triste verità è che ogni tanto qualcuno asporta loro<br />

organi da trapiantare; non è insomma una bella situazione.<br />

Una speranza per i disoccupati e disanimati del romanzo si manifesta quando,<br />

attraverso la “crepa nello spazio” del titolo originale, si raggiunge una Terra<br />

alternativa, vergine e incontaminata, che non conosce l’Homo sapiens ed è disponibile<br />

per una colonizzazione da parte dei poveri della Terra sovrappopolata.<br />

Sarebbe dunque il momento in cui il candidato alla presidenza Jim Briskin<br />

(afroamericano) potrebbe annunciare: “Svegliatevi, dormienti” (citando così la<br />

Cantata BWV140 di Johann Sebastian Bach Wachet auf, ruft uns die Stimme cui<br />

alludono il titolo della versione breve e quello dell’ultima traduzione italiana),<br />

assicurandosi così la vittoria alle elezioni e la gloria immortale. L’altra Terra si<br />

presenta come una nuova America, una terra promessa dove ci sarà spazio per<br />

tutti. Ma ben presto si scopre che l’altra Terra è tutt’altro che sgombra, bensì<br />

abitata dall’Uomo di Pechino, un umanoide che al posto di scienza e tecnologia<br />

ha sviluppato una magia altrettanto letale basata su poteri paranormali.<br />

Nel finale Briskin vince le elezioni, ma non avrà vita facile: per dare speranza<br />

ai dormienti, dovrà affidarsi allo strampalato inventore Brent Mini e ai suoi progetti<br />

per la colonizzazione di Urano, al limite della pura e semplice ciarlataneria.<br />

Leggendo questo romanzo bisogna tenere conto che in Dick emerge spesso<br />

una vena satirica alimentata disordinatamente con fatti dell’attualità statunitense<br />

del periodo in cui l’autore si trovava a scrivere. Quando Dick era in vena, da<br />

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