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di L’uomo nell’alto castello sia dai personaggi del romanzo per comprendere<br />

la loro realtà, tramite un ripetuto lancio di monete vengono<br />

individuate sequenze che corrispondono a esagrammi di cui nel libro si<br />

fornisce l’interpretazione. Se il lancio casuale di alcune monete consente<br />

di comprendere la struttura della realtà attraverso l’interpretazione di<br />

esagrammi estremamente sfuggenti e sibillini, allora prende forza l’idea<br />

che il soggetto liberi una qualche verità che è presente a priori, dimenticata<br />

e messa in ombra dall’inconsapevolezza. Le persone non sanno di<br />

sapere, e, come in una seduta psicoanalitica, qualcosa d’inconscio si materializza<br />

e assume una propria presenza nella realtà. Nei romanzi di<br />

Dick i libri assumono una strana funzione di chiavi di verità, così come<br />

gli esagrammi dell’I Ching o certe droghe. Ciò che sembrava un’allucinazione<br />

o una fantasia è la realtà che, con difficoltà, prova a manifestarsi.<br />

Nei romanzi scritti durante l’ultimo periodo della sua vita appare un<br />

Dio che ha dimenticato la propria essenza divina, amnesia inconcepibile<br />

che spiega l’esistenza del mondo materiale e della sua spiacevole imperfezione.<br />

La visione collettiva attraverso cui noi leggiamo il romanzo<br />

e scopriamo l’inaspettata essenza della natura avviene attraverso la<br />

composizione delle percezioni di diversi personaggi: persone semplici,<br />

normali, lontane dall’eroismo della narrativa avventurosa e da una concezione<br />

estrema della vita, ma che vedono alterarsi impercettibilmente<br />

la realtà quotidiana fino a ricomporre un quadro agghiacciante. Questo<br />

meccanismo narrativo basato sull’emotività dei personaggi, sulla loro<br />

capacità di vivere la quotidianità anche di fronte allo sfaldarsi del mondo,<br />

si situa al lato opposto della fantascienza dei primi anni Sessanta, in<br />

cerca di sensazioni e situazioni sempre più forti ma impegnata a costruire<br />

una critica radicale alla società statunitense a cui Dick comunque si<br />

collegò attraverso la partecipazione, con il racconto La fede dei nostri<br />

padri, a una delle antologie più rappresentative di quegli anni, Dangerous<br />

Visions, curata da Harlan Ellison nel 1967.<br />

Nel 1964 Philip Dick riprenderà l’idea di L’uomo nell’alto castello<br />

tentando di scriverne un seguito, ma si fermerà dopo poche pagine. Il<br />

romanzo si apre con Hermann Goering che interroga i sopravvissuti di<br />

un commando nazista che era stato inviato nell’universo descritto da<br />

Hawthorne Abendsen nel suo libro La cavalletta non si alzerà più: una<br />

dimensione parallela con cui è stato trovato un punto di connessione, e<br />

dove la Terra è divisa tra comunismo e plutocrazia. Fra i reperti che i<br />

commando hanno portato nella realtà del romanzo vi è un libro che descrive<br />

le cause della sconfitta nazista, Storia del Terzo Reich di William<br />

Shirer, il libro sull’argomento più diffuso nel nostro mondo.<br />

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