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presenta così: “La teologia universalmente accettata è basata su un libro<br />

visibilmente scombinato, Come sono risorto da morte nel mio tempo libero,<br />

e così potete fare anche voi, di A.J. Specktowsky, il grande teologo<br />

comunista del XXV secolo. In esso Dio è descritto sotto tre aspetti: il Demiurgo<br />

(Mentufacturer), che crea e rinnova perpetuamente tutte le cose;<br />

l’Intercessore (Intercessor), una figura simile a Cristo che rivela la realtà<br />

definitiva; e Colui-che-cammina-sulla-terra (Walker-on-Earth), che<br />

spesso si manifesta in forma umana per aiutare le singole persone. Opposto<br />

alla divinità sta il Distruttore della forma (Form Destroyer) che<br />

rappresenta l’entropia e il decadimento (→ kipple). [...] Specktowsky<br />

non chiarisce se il Distruttore della forma sia un antagonista della divinità<br />

trinitaria che sta sul suo stesso piano, o non piuttosto un quarto<br />

aspetto di essa” (Mackey 1988, p. 99).<br />

Paese che vai, religione che trovi. La teologia di Labirinto di morte è<br />

composita, artificiosa e stravagante: sfido io, è la religione di un illusorio<br />

mondo claustrofobico creato da un volenteroso computer per risparmiare<br />

a un pugno di astronauti bloccati per sempre in orbita attorno a<br />

una stella morta una realtà ancora più claustrofobica e soffocante (→<br />

realtà/illusione). E l’apparizione finale dell’Intercessore, che alcuni critici<br />

interpretano come un esile spiraglio di speranza, a noi (come a Kim<br />

S. Robinson) pare ancora più cupa e disperata: la salvezza di Seth Morley<br />

consiste nel trasformarsi in un cactus, pensate che allegria (l’ha chiesto<br />

lui, è vero, ma non è che con la testa stia messo meglio degli altri).<br />

Per composita e artificiosa che sia, la religione di Labirinto di morte<br />

non lo è più di uno dei suoi modelli, che dalla metà degli anni Sessanta<br />

in poi interessò e occupò Dick sempre più profondamente, fino a proliferare<br />

in forma quasi neoplastica dopo il “2-3-74” e nell’Exegesis: lo<br />

gnosticismo. Allo studio della gnosi Phil fu portato dalle discussioni con<br />

il vescovo Pike e dalla lettura di alcuni scritti di Jung. In questa teologia,<br />

sviluppatasi nel II e III secolo d.C. e fieramente avversata dai padri della<br />

Chiesa, Dick trovava molti elementi di consonanza e di fascino: una stratificazione<br />

della realtà su più livelli; una concezione plurale della divinità<br />

ma sempre nell’ambito del monoteismo, con l’idea che il mondo non sia<br />

stato creato dal Dio ultimo (il Dio del Nuovo Testamento) ma da una<br />

sua emanazione di livello inferiore variamente denominata (il Demiurgo,<br />

o Yaldabaoth, o Sophia, sostanzialmente il Dio dell’Antico Testamento);<br />

il ruolo dell’→ amnesia e dell’anamnesi, con il Demiurgo che<br />

dimentica la sua origine e crede di essere l’unico Dio e Sophia che, volendo<br />

tornare alla sua patria divina (il Pleroma), nell’ascesa gli fa ricordare<br />

il suo stato (questa storia, molto modificata, è l’ossatura della storia<br />

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