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per i personaggi di Dick è un problema che linguisti e antropologi conoscono<br />

bene. È la questione che Claude Lévi-Strauss ha chiamato del “significante<br />

eccedente”, o “significante fluttuante”: ci sono sempre troppi<br />

significanti in rapporto ai significati. La riflessione di Lévi-Strauss<br />

parte da una considerazione sulle figure dello stregone e dello sciamano,<br />

che hanno un ruolo di mediazione tra “pensiero normale” e “pensiero<br />

patologico”, e sulle analogie tra la cura sciamanica e quella psicanalitica<br />

(Lévi-Strauss 1958, capp. IX-X, pp. 189-230), per arrivare poi a<br />

stabilire una relazione più generale (non valida, quindi, per le sole società<br />

senza scrittura) sui rapporti tra significazione e conoscenza e sull’efficacia<br />

del simbolismo: “L’universo” dice “ha avuto un significato<br />

molto prima che si sapesse che cosa significava”. Nelle società a oralità<br />

primaria questa scissione è riflessa (e in parte padroneggiata) in concetti<br />

e pratiche come il mana, mentre nelle società occidentali una funzione<br />

analoga è svolta dalla scienza. Tuttavia il problema si presenta simile:<br />

Quali che siano stati il momento e le circostanze della sua apparizione<br />

nella vita animale, il linguaggio è nato necessariamente tutto d’un tratto.<br />

È impossibile che le cose abbiano cominciato a significare progressivamente.<br />

[...] Questa osservazione, in apparenza banale, è importante,<br />

perché questo cambiamento radicale non ha contropartita nel campo<br />

della conoscenza, la quale, al contrario, è sottoposta a una elaborazione<br />

lenta e progressiva. In altre parole, nel momento in cui l’Universo intero,<br />

di colpo, è diventato significativo, non è stato, per questo, meglio conosciuto,<br />

anche se è vero che l’apparizione del linguaggio doveva precipitare<br />

il ritmo dello sviluppo della conoscenza. Esiste, dunque, una opposizione<br />

fondamentale, nella storia dello spirito umano, tra il simbolismo,<br />

che offre un carattere di discontinuità, e la conoscenza, contrassegnata<br />

dalla continuità. Che cosa ne deriva? Il fatto è che le due categorie<br />

del significante e del significato si sono costituite simultaneamente e solidalmente,<br />

come due blocchi complementari, ma la conoscenza, e cioè<br />

il processo intellettuale che permette di identificare, gli uni rispetto agli<br />

altri, taluni aspetti del significante e taluni aspetti del significato [...] si è<br />

messa in cammino molto lentamente. È accaduto come se l’umanità<br />

avesse acquistato di colpo un immenso dominio e il suo schema dettagliato,<br />

insieme con la nozione del loro rapporto reciproco, ma avesse<br />

impiegato dei millenni per apprendere quali simboli determinati dello<br />

schema rappresentavano i diversi aspetti di quel dominio.<br />

(Lévi-Strauss 1950, pp. L-LI)<br />

Questo comporta, secondo Lévi-Strauss, che vi sia costantemente<br />

un’“eccedenza” di significante rispetto al significato disponibile a un<br />

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