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Vol. 4 – Anno 2012 – Numero 4 La realtà della finzione <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />
L’éducation sentimentale di Flaubert è «qualcosa che esiste in sé e per sé» 82 . La<br />
temporalità a cui qui Lukács pensa è autosufficiente e «dotata di una mob<strong>il</strong>ità propria» 83 .<br />
Un ulteriore aspetto pertinente a entrambi i pensatori è l’idea che <strong>il</strong> presente goda di un<br />
priv<strong>il</strong>egio sulle altre dimensioni temporali.<br />
Ingarden attribuisce “l’orientamento della prospettiva temporale” a un «presente del<br />
punto zero originario» 84 . La prospettiva temporale si orienta dunque, nel suo sorgere, a<br />
partire dal presente. Tale presente originario «si sposta di continuo» 85 , rimanendo come<br />
centro di ogni orientamento e prospettiva temporale, centro dal quale “ci si sposta” verso<br />
<strong>il</strong> passato e verso <strong>il</strong> futuro ritenendo <strong>il</strong> primo e protendendosi verso <strong>il</strong> secondo. «Non<br />
possiamo mai abbandonare <strong>il</strong> presente, di volta in volta attuale» 86 , scrive l’autore. In<br />
Lukács tale centralità del presente emerge in maniera evidente in molti passi. Nel testo<br />
l’autore parla dell’«attimo presente e immediatamente vissuto» 87 come l’ancoraggio<br />
auspicab<strong>il</strong>e per la vita che ricorda se stessa, onde evitare che essa si perda nel ricordo<br />
senza orientamento alcuno. Soltanto nel presente, «nel cui ristagno momentaneo si offre<br />
un’immagine cosciente» 88 , può essere guadagnata la consapevolezza di quanto è stato.<br />
D’altra parte per Lukács è importante che tale presente sia discriminato in una «partizione<br />
qualitativa» 89 dal passato: <strong>il</strong> dramma e l’epopea sono oggetto di critica da parte<br />
dell’autore proprio perché prigionieri di un eterno presente. Un presente statico,<br />
coincidente in definitiva più con una forma spaziale che con una temporale.<br />
In Ingarden, come si è visto, la centralità del presente è valida per <strong>il</strong> tempo reale e non<br />
per quello rappresentato. Ciononostante nel testo emerge come tale centralità orienti pure<br />
<strong>il</strong> discorso sul tempo rappresentato. Infatti l’autore afferma, a proposito del trasferimento<br />
nel passato che ha luogo nel tempo rappresentato: «così otteniamo la rappresentazione<br />
degli eventi “passati”, quasi come si trattasse di un altro presente» 90 . È <strong>il</strong> presente a<br />
essere qui <strong>il</strong> criterio e <strong>il</strong> metro di paragone per la rappresentazione degli eventi. E <strong>il</strong><br />
presente è centro e cardine anche delle prospettive temporali rappresentate nel doppio<br />
orientamento 91 . Ingarden si avvicina così all’idea della Teoria lukácsiana che tra tempo del<br />
romanzo e tempo della vita non ci sia differenza.<br />
Prendendo in considerazione L’éducation sentimentale Lukács osserva come speranza e<br />
ricordo esprimano <strong>il</strong> rapporto della vita a un senso e a un reale frammentati: Il tempo,<br />
82<br />
G. Lukács, Teoria del romanzo cit., p. 119.<br />
83<br />
Ibid. p. 114.<br />
84<br />
Ibid. p. 331.<br />
85<br />
Ibid.<br />
86<br />
Ibid.<br />
87<br />
Ibid., p. 119.<br />
88<br />
Ibid.<br />
89<br />
Ibid., p. 120.<br />
90<br />
Ibid., p. 332.<br />
91<br />
Per questo cfr. quello che Ingarden dice a tale proposito a p. 332 de L’opera d’arte letteraria cit.<br />
Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />
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