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TEMPO RAPPRESENTATO E TEMPO DEL ROMANZO: UN<br />

CONFRONTO TRA ROMAN INGARDEN E GYÖRGY LUKÁCS<br />

Chiara Bisignano<br />

Il presente scritto ha per oggetto un confronto tra <strong>il</strong> §36 “Il tempo rappresentato e le<br />

prospettive temporali ” de L’opera d’arte letteraria di Roman Ingarden 1 e <strong>il</strong> paragrafo del<br />

secondo capitolo della Teoria del romanzo di György Lukács su “L’Éducation sentimentale<br />

e <strong>il</strong> problema del tempo nel romanzo” 2 . L’analisi dei due testi tratterà dunque la questione<br />

del tempo, dell’opera letteraria, nel caso di Ingarden, e specificamente del romanzo in<br />

Lukács.<br />

Idea del presente lavoro è che dal confronto tra la teoria di Ingarden e quella di Lukács<br />

sia possib<strong>il</strong>e cogliere alcune linee r<strong>il</strong>evanti della riflessione ingardeniana sulla temporalità.<br />

La riflessione di Lukács su tale questione presenta, nella sua impostazione, aspetti di<br />

essenziale differenza rispetto a quella ingardeniana, eppure, al contempo, importanti<br />

affinità con essa. Attraverso l’analisi di ciò che la distingue dalla Teoria del romanzo<br />

lukácsiana, e di ciò che invece la accomuna ad essa – ecco quanto qui si propone – la<br />

fisionomia peculiare della speculazione di Ingarden sul tempo può forse trovare una<br />

delucidazione. Ne L’opera d’arte letteraria Ingarden non dedica alla questione del tempo<br />

una trattazione tematica ampia: tale problematica emerge in maniera costante e<br />

trasversale nelle varie sezioni del lavoro. Analizzare <strong>il</strong> §36 dell’Opera, allora, in<br />

connessione con la teoria di Lukács, fa guadagnare una prospettiva da cui è possib<strong>il</strong>e<br />

forse raggiungere una prima determinazione della questione.<br />

La prospettiva delle due opere è molto differente: come denuncia <strong>il</strong> sottotitolo della prima<br />

parte, quella dell’autore ungherese si interessa delle «forme della grande epica<br />

considerate in rapporto alla coesione interna ovvero alla problematicità della civ<strong>il</strong>tà nel suo<br />

insieme» 3 . Vale a dire: Lukács considera i generi epici, tra i quali ad un certo punto della<br />

trattazione emerge <strong>il</strong> romanzo, come forme specificamente storico-sociali, interne a<br />

1<br />

R. Ingarden, Das literarische Kunstwerk, Niemeyer, Halle 1931; L’opera d’arte letteraria, trad. di L.<br />

Gasperoni, Edizioni <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong>, Verona 2011.<br />

2<br />

G. Lukács, Teoria del romanzo (1920), trad. di G. Raciti, SE, M<strong>il</strong>ano 2004.<br />

3 G. Lukács, Teoria del romanzo cit. p. 21.<br />

Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />

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