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Vol. 4 – Anno 2012 – Numero 4 La realtà della finzione <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />
Ci sono poi ancora altre qualità che sono specifiche alla fonologia e che contribuiscono<br />
alla dimensione intuitiva di W, quindi alla non arbitrarietà della connessione tra W e l’unità<br />
di significato. Si tratta di qualità che riscontriamo a livello della frase e non a livello della<br />
parola 48 . La parola è l’unità principale per W, dal momento che non c’è un suono della<br />
frase o della proposizione, ma solo una “melodia proposizionale” – che richiede sempre<br />
un’articolazione fonetica, al contrario di quanto accade per W. Nella misura in cui la frase<br />
non è la somma delle parole ma una nuova unità di senso, così la melodia proposizionale<br />
della frase non è la somma di WW (della parole che compongono la frase). Ora, la<br />
melodia proposizionale – dice Ingarden – ha delle qualità specifiche: <strong>il</strong> ritmo, <strong>il</strong> tempo e la<br />
melodia (a cui si aggiunge la “qualità del sentimento” che può essere prodotta attraverso<br />
la congiunzione delle tre altre qualità). La melodia proposizionale non condivide queste<br />
qualità con i WW che compongono la melodia perché quelle sono proprie della sola<br />
melodia. Ciò vuol dire che queste qualità sono solo indirettamente determinate dalle unità<br />
di significato connesse a WW. D’altro canto, siccome la melodia proposizionale deriva<br />
direttamente da WW, non possiamo trattare queste qualità alla stessa stregua di quelle<br />
parti materiali di W che sono irr<strong>il</strong>evanti per W. Per questo tali qualità sono propriamente<br />
fonologiche (e non solo fonetiche), anche se non sono direttamente determinate dalle<br />
unità di significato connesse a WW. Per altro verso, grazie alla stretta connessione tra la<br />
frase e i suoi WW, <strong>il</strong> significato della proposizione ha comunque influenza su WW 49 . Senza<br />
entrare nella descrizione dettagliata delle qualità fonologiche delle melodie proposizionali,<br />
possiamo dire che esse devono in ogni caso essere catalogate tra quanto contribuisce alla<br />
dimensione intuitiva di W. Una controprova che conferma questa deduzione sta nel fatto<br />
che nel discorso scientifico, in cui WW sono in un certo senso “morti” e privi del<br />
rafforzamento intuitivo, qualità come <strong>il</strong> ritmo, <strong>il</strong> tempo e la melodia della proposizione non<br />
dovrebbero in effetti avere alcuna conseguenza su WW e sul significato del discorso<br />
stesso.<br />
Anche se sarebbe interessante discutere più in dettaglio questa dimensione intuitiva e<br />
“viva” della fonologia “effettiva” di Ingarden, possiamo subito, e più in generale, dire che<br />
la specificità della funzione intuitiva di W (che dipende dai limiti esterni di una comunità<br />
linguistica o che è intrinseca alle qualità fonologiche di W) a) riab<strong>il</strong>ita la dignità fonologica<br />
della prosodia, che è invece spesso relegata su un piano non fonologico e solo fonetico (la<br />
fonometria, la fonost<strong>il</strong>istica, l’acustica, etc.); b) ha un compito strategico nell’economia de<br />
L’opera d’arte letteraria: con essa la fonologia può rendere più intuitiva la<br />
rappresentazione delle oggettività nel discorso finzionale 50 . Quest’ultimo è un compito<br />
fondamentale nell’economia de L’opera d’arte letteraria (ma anche nella f<strong>il</strong>osofia del<br />
linguaggio tout court). Senza la veracità apportata da questo contributo intuitivo<br />
48 Vedi Ibid., §11.<br />
49 Cfr. Ibid., §11, p. 113 (LKW, pp. 50-51).<br />
50 Cfr. Ibid., tutto <strong>il</strong> §13.<br />
Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />
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