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LA FONOLOGIA MULTI‐ESPRESSIVA DI ROMAN INGARDEN<br />

0. Introduzione<br />

Giuseppe Di Salvatore<br />

Il quarto capitolo de L’opera d’arte letteraria di Roman Ingarden (1931 1 , a quanto pare<br />

già redatto nell’inverno del 1927-1928 a Parigi 2 ) presenta, nel quadro di uno studio<br />

fenomenologico sull’opera d’arte letteraria, quella che vorrei qui difendere come una<br />

teoria fonologica. Il capitolo è breve (circa 30 pagine) e vi manca un trattamento<br />

dettagliato della materia, necessario alla costituzione di una vera e propria teoria – né,<br />

almeno per quanto ne sappia 3 , Ingarden affronterà programmaticamente <strong>il</strong> tema<br />

fonologico in saggi successivi. Eppure troviamo qui indicazioni di estremo interesse, che ci<br />

danno elementi sufficienti per abbozzare la proposta di una “fonologia semantica”. Dopo<br />

uno studio analitico del testo di Ingarden, infatti, la sua “fonologia” sembra ben prof<strong>il</strong>arsi<br />

sulla base di una connessione diretta tra fonologia e semantica, senza la mediazione di<br />

una sintassi e/o morfologia. Dal momento che lo scorso secolo sembra aver decisamente<br />

rimosso ogni sorta di fonologia a base principalmente semantica, la proposta teorica che<br />

possiamo evincere da Ingarden, interamente incentrata sulla teoria del significato, appare<br />

particolarmente degna di essere studiata ancora oggi. In questo studio mi propongo di<br />

1 Das literarische Kunstwerk. Eine Untersuchung aus dem Grenzgebiet der Ontologie, Logik und<br />

Literaturwissenschaft, Niemeyer, Halle 1931 (d’ora in avanti “LKW”), trad. di L. Gasperoni, L’opera d’arte<br />

letteraria, Edizioni <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong>, Verona 2011.<br />

2 Come è detto dallo stesso Ingarden nella Prefazione, in L’opera d’arte letteraria cit., p. 43 (LKW, p. XIII). Se<br />

vero, questo fatto avrebbe conseguenze importanti per la storia della fondazione della fonologia nel suo<br />

statuto di disciplina. Infatti, le prime proposte di Nikolai Trubetzkoi (e Roman Jakobson) per una fonologia<br />

indipendente dalla fonetica sono datate al 1928 (vedi Travaux du Cercle linguistique de Prague, 1, Praha<br />

1929), e <strong>il</strong> saggio “fonologico” di Karl Bühler, che in qualche modo costituisce una seconda fondazione della<br />

disciplina, è stato pubblicato solo nel 1931 (“Phonetik und Phonologie”, Travaux du Cercle linguistique de<br />

Prague, 4, Praha 1931, pp. 22-53).<br />

3 Alcuni accenni ad aspetti fonologici possono essere rintracciati in “Das Musikwerk” (1928-1933; 1957), in<br />

Untersuchungen zur Ontologie der Kunst: Musikwerk. B<strong>il</strong>d. Architektur. F<strong>il</strong>m, Niemeyer, Tübingen 1962, in<br />

particolare pp. 30-37; e in Vom Erkennen des literarischen Kunstwerks, Niemeyer, Tübingen 1968, in<br />

particolare §7, pp. 16-21.<br />

Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />

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