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Vol. 4 – Anno 2012 – Numero 4 La realtà della finzione <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />
3. Dell’opera teatrale Ingarden propone la seguente definizione:<br />
L’opera teatrale si distingue dall’opera puramente letteraria – come da qui in poi diremo –<br />
per <strong>il</strong> fatto che essa possiede mezzi totalmente nuovi di rappresentazione (Darstellung),<br />
impossib<strong>il</strong>i per l’opera puramente letteraria. Questi mezzi sono 1) gli oggetti reali compresi<br />
nella funzione di riproduzione e di rappresentazione e 2) gli aspetti predeterminati,<br />
costituiti dalle proprietà di quegli oggetti, in cui dovrebbero apparire le oggettività<br />
rappresentate 14 .<br />
Secondo Ingarden, a determinare la natura altra dell’opera teatrale rispetto all’opera<br />
letteraria drammatica intervengono ulteriori mezzi di rappresentazione – gli oggetti reali –<br />
i quali, racchiusi in forme preesistenti proprie, aggiungono qualità estetiche agli aspetti<br />
intenzionati nel dramma e trasposti in scena 15 . Il meccanismo che presiede alla<br />
costruzione dell’opera teatrale risulta perciò molto semplice, consistendo essenzialmente<br />
nella determinazione dell’aspetto delle oggettività intenzionate nel testo attraverso la<br />
selezione degli oggetti di scena, che cancellano l’indeterminatezza propria dell’espressione<br />
linguistica. Ne consegue che la messa in scena diventa un atto di disambiguazione che<br />
agisce sul piano semantico, atto che – stando a Ingarden – si completa soltanto nel<br />
momento della ricezione da parte dello spettatore, quando l’opera teatrale trova completa<br />
concretizzazione 16 .<br />
proposito va aggiunto che, contestualmente all’elaborazione del pensiero f<strong>il</strong>osofico sistematizzato da Ingarden<br />
nel saggio oggetto della nostra analisi, la storia del teatro si impone in Germania come ramo del sapere<br />
indipendente dagli studi letterari grazie allo storico del teatro e della letteratura Max Hermann (vedi S.<br />
Corrsen, Max Hermann und die Anfänge der Theaterwissenschaft, Niemeyer, Tübingen 1988). Di fatto,<br />
sebbene nell’approccio epistemologico di Ingarden la rivendicazione dell’autonomia dell’opera d’arte teatrale<br />
rispetto al testo non comporti mai l’asserzione dell’indipendenza disciplinare della storia del teatro dalla storia<br />
letteraria, nelle pagine de L’opera d’arte letteraria dedicate al teatro l’esigenza di una separazione delle<br />
materie sembra prendere sempre più corpo. Pertanto appare appropriato a chi scrive insistere sulla ricettività<br />
che connette Ingarden al proprio tempo, ovvero sulla necessità di contestualizzare – come è aduso fare <strong>il</strong><br />
buon storico – <strong>il</strong> suo pensiero.<br />
14 R. Ingarden, L’opera d’arte letteraria cit., p. 424.<br />
15 Più avanti Ingarden spiega come la presenza degli oggetti reali nell’opera teatrale ridimensioni la funzione<br />
rappresentativa del “testo principale”, invece primaria nel testo letterario drammatico. Secondo <strong>il</strong> f<strong>il</strong>osofo, solo<br />
nel caso del racconto di eventi “fuori scena” <strong>il</strong> “testo principale” riveste nell’opera teatrale lo stesso ruolo<br />
costitutivo che ha nell’opera letteraria, pertanto «contenere tali “narrazioni” o “resoconti” si rivela un “difetto”<br />
dell’opera teatrale stessa». Ibid., p. 426.<br />
16 Le concretizzazioni rappresentano l’ultima fase del ciclo vitale dell’opera d’arte teatrale descritto da<br />
Ingarden. Secondo <strong>il</strong> f<strong>il</strong>osofo, la vita dell’opera teatrale – intesa come insieme di eventi o trasformazioni che<br />
avvengono nell’arco temporale compreso tra concepimento e completamento della messa in scena – segue lo<br />
stesso schema evolutivo della vita dell’opera d’arte letteraria, intesa sia come divenire dell’opera in un’unica<br />
Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />
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