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Vol. 4 – Anno 2012 – Numero 4 La realtà della finzione <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />
dell’oggetto “opera d’arte letteraria” rimanda al problema più generale, in epistemologia,<br />
della definizione dello statuto sia ontologico che funzionale degli oggetti finzionali. Tale<br />
questione è legata alla controversia “realismo-idealismo”, così come essa si è sv<strong>il</strong>uppata<br />
all’interno del dibattito sulla fenomenologia husserliana; tale questione costituisce fin dal<br />
1918 <strong>il</strong> nucleo principale delle riflessioni di Ingarden. Quest’ultimo da un lato prende le<br />
distanze dal presunto idealismo di Edmund Husserl e da un certo convenzionalismo per<br />
cui <strong>il</strong> problema della determinazione dell’oggetto stesso è trattato nei termini di una<br />
riduzione di questo oggetto all’atto intenzionale del soggetto. Dall’altro lato è ben lungi dal<br />
difendere la posizione adeguazionista di un empirismo ingenuo, in cui <strong>il</strong> criterio della<br />
percezione e comprensione degli oggetti sia ridotto alla loro esistenza reale. La<br />
controversia “idealismo-realismo” non è quindi banalizzata né superata frettolosamente da<br />
Ingarden, <strong>il</strong> quale per risolverla intende considerare <strong>il</strong> suo caso più complesso, vale a dire<br />
quello di un oggetto puramente finzionale. È <strong>il</strong> primo saggio “A partire dalla lettura. Tra<br />
Husserl e Ingarden” di Gabriele Scaramuzza a mostrare come la questione estetica di<br />
Ingarden emerga nel confronto con la posizione di Husserl.<br />
Nell’“Introduzione” Ingarden scrive che per affrontare la controversia “realismo-idealismo”<br />
ha cercato «[…] un oggetto la cui intenzionalità pura fosse al di là di ogni dubbio e del<br />
quale si potessero studiare le strutture conformi alla sua essenza e al suo modo di essere<br />
puramente intenzionale, senza sottostare alle suggestioni che derivano dalla<br />
considerazione delle oggettività reali» 1 . Ecco perché l’oggetto finzionale – per esempio<br />
l’opera letteraria – costituisce un caso eccellente per prendere posizione sulla questione<br />
“realismo-idealismo”. Esso apparentemente non ha alcun legame con la realtà ed è un<br />
oggetto creato nella sua interezza, vale a dire caratterizzato da un’intenzionalità pura, ma<br />
non per questo riducib<strong>il</strong>e ai suoi aspetti ideali. Non ridurre l’opera letteraria a un oggetto<br />
puramente ideale significa allora mostrare come un oggetto finzionale, puramente<br />
intenzionale, possieda un correlato materiale: in questo modo Ingarden tende <strong>il</strong> più<br />
possib<strong>il</strong>e i confini sistematici di una posizione al contempo idealista e realista.<br />
La finzione ci pone di fronte ad una realtà che comprendiamo non solo in senso privato<br />
ma che siamo in grado di comunicare ad altri. Un oggetto del tutto finzionale, come<br />
l’opera letteraria che deriva esclusivamente dalla creazione dell’autore, ci pone nel modo<br />
più clamoroso di fronte al problema di comprendere in che modo sia possib<strong>il</strong>e<br />
rappresentarci, comprendere, riconoscere una rappresentazione puramente finzionale.<br />
Possiamo rappresentarci mentalmente una città o un centauro blu senza che questi<br />
corrispondano agli oggetti realmente esistenti? Cosa ci permette di distinguere gli oggetti<br />
rappresentati, sia a livello letterario che mentale, dagli oggetti esistenti? Gli oggetti<br />
finzionali si basano su una sorta di rappresentazione in cui gli oggetti sono riprodotti in<br />
una forma, potremmo dire, simulata. Il riconoscimento di questa struttura di “quasi-<br />
1<br />
R. Ingarden, Das literarische Kunstwerk, Niemeyer, Halle 1931; L’opera d’arte letteraria, trad. di L.<br />
Gasperoni, Edizioni <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong>, Verona 2011, p. 43.<br />
Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />
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