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Vol. 4 – Anno 2012 – Numero 4 La realtà della finzione <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />
all’interno di quella unità. In questa polifonia <strong>il</strong> secondo strato, lo strato delle unità di<br />
significato, gioca <strong>il</strong> ruolo principale (ne L’opera d’arte letteraria Ingarden riserva<br />
esclusivamente allo studio del secondo strato un capitolo di smisurata lunghezza rispetto<br />
agli altri, <strong>il</strong> quinto, di circa 135 pagine). Cosa è rappresentato nel discorso finzionale<br />
dell’opera d’arte letteraria (<strong>il</strong> terzo strato) e come esso è rappresentato (<strong>il</strong> quarto strato,<br />
con la sua analisi dell’aspettualità e della disposizionalità dell’intenzionalità) dipende<br />
sempre dalla strutturazione delle unità di significato. Sullo strato delle unità di significato è<br />
stata giustamente posta molta attenzione, mentre sul primo strato sembrano mancare<br />
degli studi approfonditi. In quanto segue cercherò di colmare parzialmente una lacuna che<br />
rischierebbe di non far cogliere un punto decisivo della f<strong>il</strong>osofia del linguaggio di<br />
Ingarden, in particolare la sua dimensione “realista”, ovvero non idealista, ma non per<br />
questo psicologista o fisicalista.<br />
Per quanto riguarda <strong>il</strong> primo strato, allora, comincerei con l’affermare in breve quanto<br />
segue: le unità di significato si manifestano foneticamente, attraverso i suoni o, meglio, <strong>il</strong><br />
materiale sonoro (Lautmaterial), solo nella misura in cui sono previamente manifestate<br />
fonologicamente, attraverso i Wortlaute, i quali sono determinati dalla strutturazione delle<br />
unità di significato. Per Ingarden l’autentico correlato di realizzazione delle unità di<br />
significato non è semplicemente un suono formato sulla base delle unità di significato, ma<br />
più precisamente una speciale unità “sonora e linguistica” (lautsprachlich), che potremo<br />
presto caratterizzare come “fonologica”. Prima di spiegare in dettaglio cosa sia <strong>il</strong> Wortlaut<br />
per Ingarden, è importante osservare, più in generale, come <strong>il</strong> primo strato de L’opera<br />
d’arte letteraria si distingue innanzitutto per la funzione primaria ed essenziale di<br />
manifestare le unità di significato.<br />
Quanto ho qui brevemente affermato è formulato in un vocabolario non ingardeniano,<br />
nella misura in cui è stata impiegata la distinzione tra fonetica e fonologia. Ne L’opera<br />
d’arte letteraria Ingarden non parla espressamente di “fonologia”, ma – come vedremo –<br />
la classica distinzione tra fonetica e fonologia è di fatto già presente, anche se in una<br />
versione originale – almeno rispetto alle altre due più famose formulazioni, quella di<br />
Nikolai Trubetzkoi e quella di Karl Bühler.<br />
2. Perché si può parlare di “fonologia semantica” ne L’opera d’arte letteraria<br />
Nello stesso st<strong>il</strong>e (fenomenologicamente) “riduttivo” dei primi capitoli de L’opera d’arte<br />
letteraria, al cuore della descrizione della specificità del primo strato dell’opera d’arte<br />
letteraria stanno una serie di esclusioni di cosa non va inteso come proprio di questo<br />
strato. Le “riduzioni” presenti nelle prime righe del quarto capitolo de L’opera d’arte<br />
letteraria sono molto importanti, anche perché ci permettono di parlare propriamente di<br />
fonologia invece che di fonetica a proposito di questo primo strato.<br />
Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />
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