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Vol. 4 – Anno 2012 – Numero 4 La realtà della finzione <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />

«applichiamo per esempio la parola ‘tavolo’ ad un oggetto individuale determinato» 25 . In<br />

tal caso <strong>il</strong> fattore direzionale non è solo attuale, ma si stab<strong>il</strong>izza, “fissa” cioè <strong>il</strong> riferimento<br />

su un ben determinato oggetto, quando allo stato potenziale la parola «può essere<br />

applicata a oggetti individuali diversi» 26 .<br />

Costanza e attualità del riferimento, da una parte, e potenzialità e variab<strong>il</strong>ità, dall’altra,<br />

dipendono dal secondo elemento costitutivo del nome: <strong>il</strong> suo contenuto materiale.<br />

Quest’ultimo determina infatti interamente la direzione del nome, proprio perché «la sua<br />

opera sta nella funzione di determinazione […], in quanto è per sua essenza un “mirare a”<br />

intenzionale. Ma è proprio dell’essenza del “mirare a” oggettivo intenzionale <strong>il</strong> fatto che<br />

attraverso <strong>il</strong> suo compimento sia “concepito”, in un senso traslato “creato”, qualcosa di<br />

diverso dall’atto – ovvero “l’oggetto intenzionale” come tale» 27 .<br />

Costanza e attualità e potenzialità e variab<strong>il</strong>ità del fattore intenzionale di direzione hanno<br />

pertanto luogo in modo correlativo al grado di determinazione del contenuto materiale:<br />

«laddove questo contenuto determini l’oggetto intenzionale del significato con<br />

qualificazioni tali che, nel caso in cui si adeguino a un oggetto, lo determinano del tutto<br />

univocamente come individuo. Il fattore però è sempre variab<strong>il</strong>e e potenziale quando <strong>il</strong><br />

contenuto materiale del significato della parola determina l’oggetto (“tavolo”) tramite un<br />

momento (“essere tavolo”) che appartiene in realtà alla natura costitutiva individuale<br />

dell’oggetto, ma non è in grado di determinarla da solo» 28 .<br />

25 Ibid.<br />

26 Ibid.<br />

27 Ibid., p. 130. Senza ampliare eccessivamente <strong>il</strong> discorso è bene tuttavia richiamare alcune indicazioni fornite<br />

da Ingarden a conclusione dell’opera sul nesso tra idealità e significato. Il problema di partenza è quello della<br />

stab<strong>il</strong>ità dell’opera d’arte quanto al suo senso: cosa garantisce che essa sia compresa più o meno nello stesso<br />

modo intersoggettivamente? La risposta di Ingarden consiste nell’affermare che i significati dell’opera<br />

letteraria pur non essendo ideali attingono all’idealità intemporale. Tutto si basa su una distinzione molto<br />

precisa tra concetto e significato: <strong>il</strong> primo è ideale (dunque ha un modo d’essere autonomo), <strong>il</strong> secondo no,<br />

essendo puramente intenzionale. L’argomentazione di Ingarden si svolge come segue: egli muove dalla<br />

constatazione che «ci sorprende <strong>il</strong> fatto che la stessa parola – cioè <strong>il</strong> medesimo significato – possa essere<br />

impiegata in modo diverso in casi diversi. Nonostante l’identità del significato si danno anche chiare<br />

variazioni» (Ibid., p. 151). L’esempio che Ingarden riporta è quello delle molteplici possib<strong>il</strong>ità di definire <strong>il</strong><br />

quadrato: costituendo diversi significati o modi di esprimere lo stesso significato, in che rapporto si trovano le<br />

diverse definizioni del quadrato? Ingarden propone la seguente soluzione: «qui si tratta per un verso di […]<br />

significati diversi appartenenti a un solo identico concetto ideale della stessa oggettività, e per altro verso di<br />

[…] modi diversi in cui possono presentarsi gli elementi dello stesso significato», per cui si potrà dire che «<strong>il</strong><br />

significato della parola “quadrato” comprende attualmente nel suo contenuto materiale solo una parte di ciò<br />

che è compreso nel concetto ossia nell’idea “quadrato”. Invece <strong>il</strong> significato dell’espressione “parallelogramma<br />

equ<strong>il</strong>atero rettangolo” contiene attualmente un’altra parte del contenuto dello stesso concetto» (Ibid., p. 154).<br />

In tal modo ciò che è davvero intenzionato dal significato delle parole e dei nomi è un’istanziazione parziale di<br />

un concetto ideale.<br />

28 Ibid., p. 129.<br />

Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />

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