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Vol. 4 – Anno 2012 – Numero 4 La realtà della finzione <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />
della musica», appunto. Circa Ingarden, Banfi denuncia i rischi di «razionalismo ontologico<br />
dogmatico» presenti nella scuola di Husserl, e non a caso in nota si riferisce, tra l’altro, a<br />
Essentiale Fragen 20 ; si deve comunque aggiungere che non considera mai gli scritti<br />
estetici di Ingarden. In comune con Ingarden ha quanto meno tuttavia <strong>il</strong> senso della<br />
complessità dell’oggetto estetico e dell’opera d’arte, la consapevolezza dell’intreccio di<br />
soggetto e oggetto nella loro costituzione. Ma in più Banfi mostra un senso vig<strong>il</strong>e della<br />
necessità di non assolutizzare i punti di vista, né di disporli gerarchicamente, ma di<br />
lasciarli valere nei loro ambiti.<br />
In consonanza con Conrad, restano interessanti la proposta di Banfi a un Enzo Paci<br />
recalcitrante, e la risposta di Paci:<br />
Quando, dopo aver letto senza sufficiente comprensione le Meditazioni cartesiane, nel 1933,<br />
ho chiesto a Banfi di aiutarmi, non mi parlò del contenuto del libro […], disse qualcosa di<br />
molto semplice. Eravamo nel suo studio. «Vede questo vaso di fiori? Provi a dire, a<br />
descrivere quello che veramente vede». Io non volevo accettare questa proposta. E<br />
riproponevo i problemi tradizionali della f<strong>il</strong>osofia. Ora so molto bene che cosa Banfi voleva<br />
dire e so che cosa vuol dire per me 21 .<br />
Questo può avvicinarlo al Maurice Merleau-Ponty de Il dubbio di Cézanne: parlare di un<br />
evento estetico-artistico non è fare storia dell’arte, né f<strong>il</strong>ologia, né teoria dell’arte; né<br />
sociologia. C’è qualcosa da dire anche oltre le specifiche competenze che gli approcci<br />
menzionati richiedono.<br />
4. Ancora Husserl: «A chi è veramente privo di pregiudizi è indifferente che una<br />
constatazione provenga da Kant o da Tommaso d’Aquino, da Darwin o da Aristotele, da<br />
Helmholtz o da Paracelso» 22 . E si possono può tranqu<strong>il</strong>lamente sostituire ai nomi dei<br />
f<strong>il</strong>osofi citati da Husserl i nomi di poeti, musicisti, pittori.<br />
Tra i pregiudizi più diffusi è l’assolutizzazione dell’interpretare storicisticamente, certo<br />
estranea anche a Ingarden. Contro questo si è espresso in modo esemplare W<strong>il</strong>helm<br />
Furtwängler:<br />
Questo andare ponendo questioni di collocazione storica non sembra forse aver pervaso così<br />
profondamente <strong>il</strong> nostro pensare e <strong>il</strong> nostro sentire, che – conseguenza davvero degenere –<br />
non osiamo più essere noi stessi, cominciamo a dubitare seriamente di noi stessi? […] È così<br />
20<br />
A. Banfi, Principi di una teoria della ragione, Parenti, M<strong>il</strong>ano-Firenze 1960, pp. 539-540. A Essentiale Fragen<br />
Banfi si riferisce un po’ più diffusamente anche in La f<strong>il</strong>osofia e la vita spirituale e altri scritti di f<strong>il</strong>osofia e<br />
religione (1910-1929), a cura di L. Eletti & L. Sichirollo, Istituto Antonio Banfi, Reggio Em<strong>il</strong>ia 1986, pp. 429-<br />
430.<br />
21<br />
E. Paci, Diario fenomenologico, Il Saggiatore, M<strong>il</strong>ano 1961, p. 86.<br />
22<br />
E. Husserl, Ph<strong>il</strong>osophie als strenge Wissenschaft cit., p. 71.<br />
Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />
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