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Vol. 4 – Anno 2012 – Numero 4 La realtà della finzione <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />

dell’opera letteraria 13 ) è quello delle “unità di significato”; non meraviglia pertanto che uno<br />

dei due concetti, a nostro avviso fondamentali, nell’economia del saggio ingardeniano,<br />

quello di eteronomia, trovi in questa sede un trattazione compiuta. Se dunque esso è<br />

tanto importante – concettualmente – per L’opera d’arte letteraria, lo è a fortiori per<br />

l’oggetto puramente intenzionale e dunque diviene discriminante nel momento in cui si<br />

voglia prendere posizione quanto al “problema idealismo-realismo”. Soffermiamoci ancora<br />

su questo strato da un punto di vista “sistemico” rispetto a L’opera d’arte letteraria.<br />

Lo strato delle unità di significato è <strong>il</strong> secondo dei quattro, che complessivamente<br />

costituiscono la struttura dell’opera letteraria. Gli altri, quello delle formazioni sonorolinguistiche,<br />

quello degli aspetti schematizzati e quello delle oggettività rappresentate, si<br />

organizzano e raccolgono attorno ad esso senza essergli riducib<strong>il</strong>i, né dal punto di vista<br />

del loro «materiale […], dalle cui caratteristiche derivano alcune proprietà particolari di<br />

ciascuno strato» 14 , né quanto alla «funzione che ciascuno strato svolge, tanto rispetto agli<br />

altri strati quanto nell’intero edificio dell’opera» 15 .<br />

Adesso, se le unità di significato rappresentano la struttura di fondo dell’opera letteraria,<br />

allora <strong>il</strong> loro modo d’essere determinerà l’intera opera letteraria:<br />

Per quanto sia vero che una proposizione, o un complesso proposizionale, è un “nulla” nel<br />

senso dell’autonomia ontologica e non la si può ritrovare come una realtà del mondo reale,<br />

è altrettanto vero che essa abbia in generale un’esistenza. Non è un controsenso<br />

ammetterne l’esistenza ontologicamente eteronoma, ma è un controsenso esigere, al<br />

contrario, dal contenuto di senso di una proposizione che esso sia reale (eventualmente<br />

psichico) oppure ideale. Esso non può essere né l’uno né l’altro. Chi è propenso a non<br />

ammettere altre oggettività che quelle reali o ideali nel senso dell’autonomia ontologica<br />

deve di conseguenza negare l’esistenza di proposizioni (e, come ulteriore conseguenza, di<br />

connessioni proposizionali, teorie e opere letterarie), poiché non può mai farne né delle<br />

realtà né delle idealità 16 .<br />

Ecco all’opera la coppia concettuale di cui abbiamo brevemente parlato. Anche le unità di<br />

significato (quali possono essere le proposizioni) esulano dall’alternativa modalità d’essere<br />

di realtà e idealità, mentre oppongono al carattere autonomo di idee e cose reali la<br />

propria eteronomia. La portata di questo fatto non è fac<strong>il</strong>mente apprezzab<strong>il</strong>e rimanendo<br />

13 Ingarden afferma che «la struttura conforme all’essenza dell’opera letteraria sta a nostro avviso nel fatto<br />

che essa è una formazione da più strati eterogenei». Questi strati si armonizzano tra loro all’interno di una<br />

«molteplicità […] polifonica» costituita da: «1) lo strato dei suoni di parola e quello delle formazioni sonore di<br />

grado superiore, edificate sulle prime; 2) lo strato delle unità di significato di grado diverso; 3) lo strato dei<br />

molteplici aspetti schematizzati e dei continua e serie di aspetti; e infine 4) lo strato delle oggettività<br />

rappresentate e delle loro vicende», Ibid., pp. 85-87.<br />

14 Ibid., p. 85.<br />

15 Ibid.<br />

16 Ibid., p. 475.<br />

Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />

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