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Vol. 4 – Anno 2012 – Numero 4 La realtà della finzione <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />
concettuale alternativa di autonomia/eteronomia 7 . Con questo passiamo al secondo punto<br />
affrontato nel presente lavoro: la comprensione del ruolo ricoperto dalle unità di<br />
significato all’interno della più vasta scena intitolata al “problema idealismo-realismo”.<br />
Tale coppia è strettamente legata al problema, decisivo per Ingarden al fine di una teoria<br />
esaustiva dell’opera letteraria, del suo modo d’essere e (ovviamente) più in generale del<br />
modo d’essere degli oggetti puramente intenzionali: «la prima difficoltà emerge se ci<br />
chiediamo fra quali oggetti dobbiamo collocare l’opera letteraria: fra quelli reali o quelli<br />
ideali? La divisione di tutti gli oggetti in ideali e reali sembra generale e allo stesso tempo<br />
completa» 8 ; in realtà «i falliti tentativi di considerare l’opera letteraria come un’oggettività<br />
ideale o reale ci dimostreranno in modo evidente quanto sia confusa e insufficiente la<br />
nostra conoscenza dell’opera letteraria» 9 . Pertanto per Ingarden <strong>il</strong> modo d’essere<br />
dell’opera letteraria non è paragonab<strong>il</strong>e a quello di entità reali o ideali. L’opera letteraria,<br />
in quanto oggetto puramente intenzionale in senso esemplare, manca esattamente di ciò<br />
che caratterizza le «oggettività reali e ideali […], [le quali sono] qualcosa che è in sé<br />
ontologicamente autonomo e, relativamente a qualsiasi atto conoscitivo diretto a tali<br />
oggettività, ontologicamente indipendente» 10 . E la ragione è questa: «ontologicamente<br />
esso [l’oggetto puramente intenzionale e dunque l’opera letteraria] è veramente<br />
eteronomo» 11 . Con l’analisi degli oggetti puramente intenzionali, e dunque con l’analisi<br />
dell’opera d’arte letteraria, Ingarden mira a portare chiarezza sul concetto di eteronomia<br />
ontologica, al quale si contrappone quello di autonomia. Tale concetto viene pensato nel<br />
corso delle pagine dedicate alle unità di significato e, segnatamente, al §20 del capitolo V<br />
de L’opera d’arte letteraria. Cerchiamo dunque di attribuire <strong>il</strong> giusto peso a questo<br />
importante “strato” dell’opera:<br />
[Lo strato delle unità di senso] forma l’impalcatura strutturale dell’intera opera in quanto,<br />
per sua essenza, richiede tutti gli altri strati e già di per sé ne determina alcuni, in modo<br />
tale che questi abbiamo in quello <strong>il</strong> loro fondamento ontologico e dipendano per <strong>il</strong> loro<br />
contenuto dalle sue qualità. Perciò in quanto elementi dell’opera letteraria questi strati<br />
sono inseparab<strong>il</strong>i da quello centrale 12 .<br />
Si capisce da queste poche battute che l’asse teorico su cui si impernia l’intera trattazione<br />
(almeno sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o della costruzione concettuale del saggio e dell’impianto ontologico<br />
7<br />
Siffatta coppia concettuale viene esplorata da Ingarden a livello puramente formale nelle già richiamate<br />
“Bemerkungen zum Problem Idealismus-Realismus cit.”, pp. 199-203.<br />
8<br />
R. Ingarden, L’opera d’arte letteraria cit., pp. 62 sgg.<br />
9<br />
Ibid., p. 63.<br />
10<br />
Ibid.<br />
11<br />
Ibid., p. 196. Torneremo in dettaglio su questo aspetto.<br />
12 Ibid., pp. 85 sgg.<br />
Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />
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