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Vol. 4 – Anno 2012 – Numero 4 La realtà della finzione <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />

nelle varie modalità disponib<strong>il</strong>i, di ripensarle, fino alle forme di conoscenza più<br />

approfondite e alle ricezioni artistiche e professionali più alte. Per questo Waldemar<br />

Conrad parla dell’oggetto estetico non come di un prodotto concluso in sé, ma come di un<br />

insieme di richieste immanenti che puntano verso un soggetto; come un «compito ben<br />

determinato», da eseguire da parte dei soggetti che lo colgono; in questo senso vive in un<br />

«dialogo» con l’altro da sé 33 .<br />

Questo pone anche <strong>il</strong> problema di chi abbia <strong>il</strong> diritto, sia autorizzato in certo modo, a<br />

parlarne, in quali forme e in quali termini. E qui direi: in linea di principio,<br />

“democraticamente”, chiunque senta l’esigenza di farlo. Guardandosi in ogni caso da ogni<br />

appiattimento delle prospettive l’una sull’altra.<br />

Parlare, scrivere, è sempre proporre a una verifica, implica una “relativizzazione”, che è<br />

apertura al confronto; da ciò scaturirà ogni apprezzamento o ogni contestazione<br />

plausib<strong>il</strong>e. Nessuna forma del discorso potrà valer come preventiva censura, né come<br />

criterio di esclusione; ma si dovranno evitare anche appiattimenti delle prospettive l’una<br />

sull’altra: ognuna di esse è da vedere in una prospettiva capace di valorizzarne<br />

l’insostituib<strong>il</strong>e approccio. Un modello ideale diffuso di “comprensione” dell’arte, ma anche<br />

indebitamente gerarchizzante, vorrebbe ai propri vertici la competenza letteraria, e la<br />

capacità creativa, indi fruitiva. Porrebbe ai vertici la conoscenza a ogni livello, da<br />

specialistico a profano, da empirico a puramente teorizzante; fino a discorsi sull’arte quale<br />

quelli di Ingarden, che si pongono ai livelli più alti di conoscenza teorica.<br />

C’è differenza tra un approccio estetico e uno artistico, uno storiografico, uno f<strong>il</strong>ologico e<br />

uno sociologico, o psicologico: nessuno riempie in modo esclusivo gli spazi del discorso<br />

intorno alla letteratura. Si può sentire l’esigenza di dire altro, c’è altro da dire, ci si dovrà<br />

confrontare anche col discorso teorico-letterario, certo, ma senza assorbire in esso tutto <strong>il</strong><br />

dicib<strong>il</strong>e. Un margine di non detto resta aperto anche nei discorsi più puntuali su un’opera<br />

letteraria, e si può ben tentare di dirlo in altri termini; l’estetica indica anche questo. La<br />

parola, in tutte le sue valenze, resta <strong>il</strong> fuoco della lettura; un modello attendib<strong>il</strong>e di<br />

comprensione deve mantenerla al centro dell’attenzione.<br />

8. La riflessione estetica o f<strong>il</strong>osofico-artistica parte da una presa diretta su ciò su cui<br />

riflette; e può essere una singola opera, ma più spesso si tratta di scritti altrui, già dati. La<br />

f<strong>il</strong>osofia, e dunque anche l’estetica come f<strong>il</strong>osofia dell’arte, come Giulio Preti amava<br />

ripetere, secondo una definizione che aveva fatta sua, «è un livello di meta-riflessione <strong>il</strong><br />

cui oggetto si sposta continuamente» 34 .<br />

33<br />

W. Conrad, L’oggetto estetico cit., p. 86. Su un piano analogo Gasperoni, nell’“Introduzione cit.”, p. 28,<br />

richiama <strong>il</strong> tema del “dialogo” nell’esperienza dell’opera.<br />

34<br />

E. Migliorini, “Introduzione a Giulio Preti”, in Umanesimo e strutturalismo. Scritti di estetica e di letteratura,<br />

a cura di E. Migliorini, Liviana, Padova 1973, p. 10.<br />

Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />

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