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Vol. 4 – Anno 2012 – Numero 4 La realtà della finzione <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />

comune, in cui l’elemento costante e comune sarebbe appunto la visione sistemica e<br />

meccanicista di una fonologia che si poggia sull’intuizione di base di una cibernetica<br />

autonoma – e ovviamente libera da ancoraggio semantico.<br />

È molto diffic<strong>il</strong>e tracciare da qui un panorama storico delle correnti fonologiche che si<br />

sono succedute dopo la formulazione delle prime versioni classiche della fonologia, a cui si<br />

è qui accennato – per quanto mi pare che è proprio da qui che si debba partire se si<br />

voglia tracciare un tale panorama storico. Ad ogni modo, nella storia della fonologia del<br />

XX secolo non è diffic<strong>il</strong>e riconoscere quanto sia stata importante la priorità accordata alla<br />

sintassi e/o alla morfologia. Questa specifica attenzione ha costituito un tipo di approccio<br />

che si è sv<strong>il</strong>uppato anche all’interno della scuola strutturalista stessa, oltre che ovviamente<br />

nella f<strong>il</strong>osofia del linguaggio di marca neopositivista, per poi divenire l’approccio<br />

dominante nelle varie versioni di fonologia che si sono succedute fino ai giorni nostri. Si<br />

tratta di versioni che paiono tutte quasi ossessionate dall’idea di garantire alla fonologia<br />

un “sistema universale” 61 . Più che solamente una priorità accordata alla mediazione<br />

sintattica e/o morfologica, infatti, sembra che sia proprio <strong>il</strong> bisogno di avere un sistema<br />

universale a reggere le correnti egemoniche in fonologia dopo quella strutturalista:<br />

l’approccio della grammatica generativa (Noam Chomsky), quello computazionale e quello<br />

computazionale plus connessionista, e infine quello cognitivista (gli ultimi due ancora<br />

dominanti oggi). Ora, ai miei occhi, anche se questi approcci sono apparentemente molto<br />

lontani dalle prime versioni classiche di fonologia, condividono con quelle <strong>il</strong> metodo<br />

diacritico e/o quello atomistico alla base della visione generale che ho genericamente<br />

tratteggiato, sistemica e meccanicista. L’universalità, allora, si fonderebbe in definitiva<br />

sulla presunta esaustività del metodo diacritico, e gli elementi minimi alla base dei diversi<br />

sistemi universali – elementi grammaticali, informativi/informatici, cognitivi – sarebbero in<br />

fondo manipolati e organizzati secondo un approccio atomistico-composizionale (o -<br />

combinatorio) 62 .<br />

61 Detto en passant, anche Husserl ha tenuto molto a questa idea, ma l’ha applicata esclusivamente alla<br />

grammatica pura (vedi la Quarta delle sue Ricerche logiche cit.). E la grammatica pura husserliana è una<br />

condizione necessaria ma non sufficiente per spiegare l’uso del linguaggio nell’esprimere i significati in modo<br />

non indicativo. La formalità pura della grammatica universale non può sostituirsi al primato dato alla dinamica<br />

intenzionale, la dinamica intenzione-riempimento.<br />

62 La linguistica cognitiva sembra essere più aperta all’indagine semantica, come è chiaro in uno dei suoi<br />

principale mentori, Ray Jackendoff, <strong>il</strong> quale ha sv<strong>il</strong>uppato una “semantica concettuale” (almeno nella sua<br />

formulazione iniziale, vedi “Toward an Explanatory Semantic Representation”, Linguistic Inquiry, 7, 1976, 1,<br />

pp. 89-150, e Semantics and Cognition, MIT Press, Cambridge, MA 1976). Ma la mia impressione è che qui <strong>il</strong><br />

trattamento cognitivo della semantica mantiene fondamentalmente un approccio atomistico e riduttivo: si<br />

sostituisce l’elemento di base grammaticale con uno concettuale, o tematico (vedi l’idea di “thematic role” di<br />

Jackendoff), o rappresentativo, quindi si delinea un funzionamento computazionale e, ancora più<br />

fondamentalmente, informativo/informatico del significato, <strong>il</strong> quale pertanto si trova ridotto alla sua base<br />

segmentale e reificata (tale da poter essere ut<strong>il</strong>mente processata informaticamente).<br />

Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />

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