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Vol. 4 – Anno 2012 – Numero 4 La realtà della finzione <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />

costituisce <strong>il</strong> modello per la distinzione ingardeniana tra la funzione di W e la funzione del<br />

materiale sonoro come tale. E questo prelude al distinguersi della fonologia dalla fonetica,<br />

in una maniera sim<strong>il</strong>e a quella, coeva a Ingarden, in cui la fonologia si è voluta distinguere<br />

dalla fonetica negli strutturalisti praghesi come Trubetzkoi (1928) e in Bühler (1931). Ma <strong>il</strong><br />

retroterra husserliano della fonologia di Ingarden – lo vedremo presto – è anche decisivo<br />

per comprendere la distanza e l’originalità della posizione ingardeniana rispetto a quella di<br />

autori come Trubetzkoi e Bühler.<br />

Ingarden avrebbe accettato la difesa di Trubetzkoi di una fonologia autonoma in<br />

opposizione alla fonometria di un Eberhard Zwirner e più in generale alla fonetica<br />

storica 16 , come avrebbe anche accettato quella di Bühler in opposizione alla fonetica<br />

sperimentale (di matrice statistica) di un Carl Stumpf e più in generale ad ogni approccio<br />

associazionista e psicologista alla materia 17 . Ingarden, Trubetzkoi e Bühler condividono la<br />

stessa attenzione data all’importanza del ruolo e della funzione di un suono, in<br />

opposizione alla sua natura e proprietà meramente materiali. Ma, tanto per complicare<br />

subito l’apparente somiglianza tra di loro, basterebbe r<strong>il</strong>evare la notevole differenza di<br />

fonti, per esempio tra Ingarden e Trubetzkoi, citate per introdurre questa decisiva<br />

dimensione funzionale della fonologia: Ingarden – <strong>il</strong> f<strong>il</strong>osofo – fa riferimento a Matière et<br />

mémoire di Henri Bergson 18 , mentre Trubetzkoi – <strong>il</strong> linguista – fa riferimento a Henry<br />

Sweet, Otto Jespersen, Jan Baudouin de Courtenay, Ferdinand de Saussure (non senza<br />

riconoscere che questi autori, legati dalla centralità della nozione di “funzione”, in questo<br />

sono stati tutti anticipati dal linguista svizzero Jost Winteler) 19 . Ad ogni modo, se passiamo<br />

a considerare quale funzione costituisce <strong>il</strong> criterio per individuare la figura fonologica di<br />

base (<strong>il</strong> fonema di Trubetzkoi, W di Ingarden, etc.), possiamo finalmente misurare tutta la<br />

specificità e l’originalità della fonologia di Ingarden.<br />

Ingarden pone l’accento sulla distanza tra W e <strong>il</strong> suo correlato materiale: <strong>il</strong> materiale<br />

sonoro come tale, ovvero nella sua pura materialità. W non è <strong>il</strong> risultato di una selezione e<br />

di una messa in ordine di parte del materiale sonoro – visione che Ingarden stesso<br />

giustamente attribuisce a Bühler 20 . Se fosse così, dovremmo considerare W come una<br />

sorta di “materiale modificato”, e non come qualcosa di essenzialmente diverso da ogni<br />

materiale sonoro. Ma per Ingarden le cose non stanno così. A questo proposito la critica<br />

che qui egli muove a Bühler si spinge più a fondo, fino a mettere in discussione <strong>il</strong> fatto<br />

che sia la cruciale nozione bühleriana di “pertinenza (o r<strong>il</strong>evanza) astrattiva” (abstraktive<br />

16<br />

Cfr. Grundzüge der Phonologie, Travaux du Cercle linguistique de Prague (1938), 7, Praha 1939; qui citati<br />

dalla loro settima edizione per i tipi di Vandenhoek & Ruprecht, Göttingen 1989.<br />

17<br />

Cfr. “Phonetik und Phonologie cit.”, in particolare pp. 32-35 a proposito della critica a Stumpf.<br />

18<br />

Matière et mémoire. Essai sur le rapport du corps à l’esprit, Alcan, Paris 1896; trad. di A. Pessina, Laterza,<br />

Bari-Roma 1996. Cfr. L’opera d’arte letteraria cit., §9, p. 93, n. 5 (LKW, p. 32, n. 1).<br />

19<br />

Cfr. Grundzüge der Phonologie cit., pp. 7-8; quanto a Winteler, vedi Die Kerenzer Mundart des Kantons<br />

Glarus in ihren Grundzüge dargestellt, Winter, Heidelberg 1876.<br />

20<br />

L’opera d’arte letteraria cit., §9, p. 94 (LKW, pp. 32-33).<br />

Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />

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