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Vol. 4 – Anno 2012 – Numero 4 La realtà della finzione <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />

stessi WW e delle melodie proposizionali composte da WW. Queste espressioni3<br />

fonologiche, che implicano chiaramente una prosodia fonologica, costituiscono un<br />

necessario ed essenziale “effetto collaterale” del funzionamento effettivo dei WW<br />

che esprimono1 le unità di significato. La fonologia esprime3 effettivamente la<br />

realtà significata.<br />

È importante sottolineare, ancora una volta, che questa fondamentale tripartizione della<br />

relazione espressiva rispecchia in gran parte la teoria husserliana dell’espressione, così<br />

come essa è formulata nella Prima delle Ricerche logiche. La nostra distinzione<br />

ingardeniana tra espressione1 e espressione2 è un evidente sv<strong>il</strong>uppo della distinzione<br />

husserliana tra, rispettivamente, Ausdruck e Kundgabe 51 , la quale a sua volta è fondata<br />

sulla distinzione tra i due aspetti principali di un segno: la funzione espressiva e quella<br />

indicativa. Inoltre, penso che la distinzione husserliana tra “significato di intenzione”<br />

(intendierende Bedeutung) e “significato di riempimento” (erfüllende Bedeutung) 52 , la<br />

quale è fondata sulla dinamica di riempimento (Erfüllung) tra l’intenzione e l’intuizione,<br />

potrebbe stare alla base della nostra distinzione ingardeniana tra espressione1 ed<br />

espressione3. Sulla base di questo retroterra husserliano possiamo comprendere in modo<br />

più accurato la specifica funzione della fonologia di Ingarden e <strong>il</strong> ruolo strategico che<br />

gioca la distinzione tra i diversi tipi di relazione espressiva qui isolati. In questo modo W è<br />

finalmente descritto attraverso una rete espressiva di triplice articolazione, che connette<br />

W all’unità di significato (espressione1), allo stato psicologico del parlante (espressione2) e<br />

alla cosa significata (espressione3). In ciò la diretta connessione espressiva1 con l’unità di<br />

significato ha la priorità assoluta e costituisce la prospettiva entro cui gli stati psicologici<br />

del parlante e le cose significate sono veicolati – rispettivamente come “derivati” e come<br />

“effetti collaterali”.<br />

Ancora, è questa triplice espressività della fonologia di Ingarden a permettere di stab<strong>il</strong>ire<br />

un rapporto diretto tra semantica e fonologica, che salta o mette in secondo piano un<br />

eventuale strato sintattico e/o morfologico. Questo è <strong>il</strong> motivo per cui preferisco la dicitura<br />

di “fonologia multi-espressiva” a quella di “fonologia semantica”: anche se l’immediata<br />

specificità della fonologia di Ingarden sta nella sua diretta connessione con la semantica,<br />

solo la triplice espressività qui analizzata dà a una tale fonologia semantica tutta la sua<br />

complessità e ricchezza.<br />

51 Vedi in particolare §§5-7. Per l’ulteriore distinzione, in Husserl, tra la dimensione indicativa della Kundgabe<br />

e la dimensione espressiva(2) psicologica (non intenzionale), vedi supra, nota 35.<br />

52 Vedi in particolare §9.<br />

Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />

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