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Vol. 4 – Anno 2012 – Numero 4 La realtà della finzione <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />
insistere con decisione. Infatti, le sue analisi non sono solo dedicate alla definizione di<br />
cosa sia W (quindi – deduciamo noi – a come va intesa la fonologia), ma anche alla<br />
descrizione di come W funziona effettivamente o, meglio, di come W dovrebbe<br />
effettivamente funzionare. Questo fatto ovviamente non rinnega l’impegno oggettivista<br />
delle analisi di Ingarden, dal momento che l’effettività che qui si sottolinea non implica la<br />
contingenza. Penso che concentrarsi sull’effettivo funzionamento della fonologia è solo un<br />
modo per precisare quanto non è esclusivamente proprio della fonologia ma al contempo<br />
costantemente e necessariamente legato ad essa, come per esempio lo sono le specifiche<br />
proprietà del materiale sonoro come tale.<br />
Per quanto riguarda la connessione tra W e <strong>il</strong> materiale sonoro, la necessità della cooccorrenza<br />
del materiale sonoro per ciascun W ci porta a mettere a fuoco un necessario<br />
by-product, “derivato”, di ogni W. Il materiale sonoro legato a W si presenta sempre con<br />
alcune parti materiali che sono irr<strong>il</strong>evanti per W e che hanno una funzione “espressiva”.<br />
Qui Ingarden si riferisce alla nozione di Husserl e di Bühler di “Kundgabe”, “notifica” (o<br />
“informazione”), che non va confusa con la nozione husserliana di Ausdruck. Come è<br />
chiaro nella Prima delle Ricerche logiche, la Kundgabe riguarda l’ambito della<br />
comunicazione e dell’indicazione; essa ha una funzione che non è essenzialmente ma solo<br />
occasionalmente assunta dall’Ausdruck 34 . Coerentemente con ciò, in Ingarden la funzione<br />
espressiva di alcune parti materiali legate a W – le indicherò come “espressive2” – non è<br />
una funzione essenziale per W e non contribuisce alla determinazione di W, che è<br />
l’espressione dell’unità di significato – in un altro senso dell’“espressione”, quello<br />
dell’Ausdruck, che indicherò come “espressivo1”. È importante, allora, distinguere<br />
nettamente: a) la funzione espressiva2 (Kundgabe) di alcune parti materiali di W, che<br />
sono irr<strong>il</strong>evanti per W, e che esprimono2 direttamente <strong>il</strong> parlante indipendentemente dal<br />
significato veicolato da W 35 – anche se eventualmente in connessione con esso; e b) la<br />
funzione espressiva1 (Ausdruck) propria di W: che W esprime1 l’unità di significato (su<br />
quest’ultima ho parlato diffusamente nella sezione precedente) 36 .<br />
34 Cfr. in particolare Ibid., §7.<br />
35 Può essere ut<strong>il</strong>e notare che nella Prima delle Ricerche logiche (cit.) di Husserl, in cui è formulata la<br />
distinzione tra Ausdruck e Kundgabe, possiamo trovare un’ulteriore distinzione tra una funzione indicativa<br />
dell’espressione (Kundgabe) e una funzione non indicativa dell’espressione del parlante, la quale è priva di<br />
significato. Per Husserl, allora, l’espressione diretta di uno stato psicologico del parlante è priva di significato<br />
(e non intenzionale) e, allo stesso tempo, non implica necessariamente la rete comunicativa e informativa<br />
(kundgebend) dell’indicazione. Nella concezione di Ingarden, l’espressione diretta di uno stato psicologico<br />
(non intenzionale) del parlante sembra essere piuttosto assim<strong>il</strong>ata, come in Bühler, a una forma di<br />
espressione2 (Kundgabe).<br />
36 Ingarden era pianemente consapevole di questa distinzione: «Ich bediene mich hier [in connessione con W]<br />
des Wortes “Ausdruck” in dem von Husserl in seinen “Logischen Untersuchungen” geprägten Sinn. Bühler hat<br />
dasselbe Wort später in einem anderen Sinn gebraucht, bei welchem das Ausgedrückte nicht die Bedeutung<br />
des Wortes in einer bestimmten Sprache, sondern ein Bewusstseinsphänomen oder ein seelischer Zustand des<br />
Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />
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