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Vol. 4 – Anno 2012 – Numero 4 La realtà della finzione <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />

è finalmente d’accordo con <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ievo mosso da Herbert Spiegelberg contro una relazione<br />

“uno a uno” tra W e <strong>il</strong> suo materiale sonoro 29 . È certamente possib<strong>il</strong>e avere una pluralità<br />

di materiali sonori per lo stesso W. Il r<strong>il</strong>ievo di Spiegelberg è l’occasione per introdurre per<br />

W quella che possiamo chiamare la “proprietà di realizzab<strong>il</strong>ità multipla”. L’identità “sonoro<br />

e linguistica” (lautsprachlich) di W – afferma Ingarden – non è numerica ma qualitativa 30 :<br />

questo significa che non è misurata sulla base dell’identità materiale del materiale sonoro,<br />

ma sulla base della funzione fonologica di W.<br />

Secondo tale proprietà di realizzab<strong>il</strong>ità multipla possiamo dire che <strong>il</strong> W multi-realizzab<strong>il</strong>e<br />

non è reale (come già accennato nella lunga citazione sopra riportata), almeno non tanto<br />

reale quanto lo è <strong>il</strong> materiale sonoro che lo realizza. Ma la relativa irrealtà di W – forse<br />

congruente con la versione più irrealistica di fonema, quella in seguito formulata da Louis<br />

Hjelmslev – non deve farci dimenticare che <strong>il</strong> materiale sonoro costituisce <strong>il</strong> solo modo in<br />

cui W – e quanto esso porta, l’unità di significato – può manifestarsi. Il materiale sonoro è<br />

la necessaria base sensib<strong>il</strong>e per W 31 . Inoltre, aggiunge Ingarden, «W si forma senza<br />

dubbio nel corso del tempo sotto l’influsso di diverse condizioni reali e culturali» 32 .<br />

Insomma, un W che, per se, è relativamente irreale, presenta comunque una doppia<br />

implicazione di realtà: una interna – attraverso la necessaria co-occorrenza del materiale<br />

sonoro – e una esterna – attraverso le influenze del contesto. La preoccupazione che<br />

muove Ingarden nel non far perdere a W <strong>il</strong> terreno della realtà è semplicemente quella di<br />

evitare che W sia inteso come «un oggetto ideale, ontologicamente autonomo», di evitare<br />

che venga «posto sullo stesso piano delle oggettività matematiche» 33 . Ancora una volta<br />

vediamo quanto la fonologia di Ingarden rappresenta un tassello fondamentale per<br />

costituire, almeno in prima istanza in sede di f<strong>il</strong>osofia del linguaggio (quindi in<br />

fenomenologia tout court), quella dimensione cruciale a cavallo tra realismo e idealismo.<br />

W non è una realtà psichica né una realtà solo materiale, e a sua volta si distingue dalla<br />

nozione solo tipica di “classe” (W, come detto, è una “figura (Gestalt) tipica”) come da<br />

quella eccessivamente ideale di “specie”.<br />

4. La fonologia effettiva di Ingarden<br />

Quanto ho detto sulla proprietà di realizzab<strong>il</strong>ità multipla di W e sulla necessaria cooccorrenza<br />

del materiale sonoro per W apre un ambito di indagine molto interessante, che<br />

vorrei chiamare di “fonologia effettiva”, un ambito su cui lo stesso Ingarden mi pare<br />

29 L’opera d’arte letteraria cit., §9, p. 94, n. 8 (LKW, p. 33, n. 2).<br />

30 Ibid.<br />

31 Ibid., §9, p. 95 (LKW, pp. 33-34).<br />

32 Ibid.<br />

33 Ibid.<br />

Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />

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