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Vol. 4 – Anno 2012 – Numero 4 La realtà della finzione <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />

Su un piano più generale, Ingarden specifica che tipo di linguaggio è proprio a tutte le<br />

analisi de L’opera d’arte letteraria, come anche ad ogni ricerca fenomenologica. In prima<br />

istanza, anche se – come abbiamo già notato – <strong>il</strong> modello per tali analisi è <strong>il</strong> linguaggio<br />

parlato (e non quello scritto), <strong>il</strong> linguaggio qui non coincide con la dimensione esteriore<br />

del parlare né con un parlare interiore. Possiamo dunque dire che <strong>il</strong> linguaggio parlato è<br />

solo la base adeguata per quella che Ingarden chiama una “formazione linguistica”<br />

(sprachliche Geb<strong>il</strong>de). Attraverso questa doppia esclusione, del parlare esteriore e di<br />

quello interiore, Ingarden rigetta entrambi gli approcci fisiologista e psicologista al<br />

linguaggio 8 . In seconda istanza, «anche la “lingua” nel senso in cui si parla, per esempio,<br />

di “lingua inglese” ne deve restare esclusa [dalla nostra analisi]» 9 : <strong>il</strong> linguaggio non<br />

coincide con una lingua storica. Perciò l’interesse si concentra sulla dimensione<br />

specificamente funzionale del linguaggio, indipendentemente dal suo concretarsi<br />

contingente in una lingua particolare. «Il fatto veramente importante è che in ogni opera<br />

letteraria compaiono delle formazioni (Geb<strong>il</strong>de) linguistiche come parole, proposizioni,<br />

connessioni proposizionali» 10 .<br />

Ora, Ingarden continua subito dopo, «cos’è una formazione linguistica?». Essa non<br />

coincide con <strong>il</strong> materiale sonoro (del linguaggio), con i meri suoni; e non coincide con i<br />

significati connessi a tali suoni. Nonostante ciò, sia <strong>il</strong> materiale sonoro che <strong>il</strong> significato<br />

sono componenti di una formazione linguistica. È qui che troviamo l’esatta determinazione<br />

del vero e proprio oggetto del primo strato dell’opera d’arte letteraria: <strong>il</strong> Wortlaut.<br />

Quest’ultimo, definito come una «figura (Gestalt) sonora tipica» 11 , va compreso proprio<br />

per <strong>il</strong> suo duplice distinguersi tanto dal mero materiale sonoro quanto dall’unità di<br />

significato. È tutta qui la specificità del primo strato, e la possib<strong>il</strong>ità di chiamarlo<br />

“fonologico”. Siccome la distinzione di una forma sonora dal mero suono del linguaggio è<br />

<strong>il</strong> prerequisito fondamentale (storicamente parlando) per ogni distinzione tra fonologia e<br />

fonetica, allora saremmo ben legittimati ad affermare con decisione che <strong>il</strong> Wortlaut di<br />

Ingarden non è semplicemente un qualcosa di fonetico, bensì è una figura fonologica. Per<br />

questo motivo <strong>il</strong> valore della fonologia di Ingarden passa proprio e quasi interamente dalla<br />

precisa caratterizzazione del Wortlaut (che qui non verrà tradotto, ma solo abbreviato<br />

come “W”, al fine di sottolineare che si tratta di un termine tecnico). Come già accennato,<br />

due aspetti sono essenziali alla caratterizzazione di W: la distinzione tra W e <strong>il</strong> mero<br />

suono, e la connessione tra W e l’unità di significato.<br />

8<br />

«Il termine “linguaggio” può significare innanzitutto una funzione psichica condizionata fisiologicamente, cioè<br />

o come <strong>il</strong> parlare a un altro o come <strong>il</strong> cosiddetto “parlare interiore” a se stesso. È chiaro che qui non<br />

prendiamo in considerazione <strong>il</strong> “linguaggio” in questo senso», L’opera d’arte letteraria cit., §9, pp. 91-92<br />

(LKW, p. 31).<br />

9<br />

Ibid., §9, p. 92 (LKW, p. 31).<br />

10<br />

Ibid.<br />

11<br />

Ibid., §9, p. 94 (LKW, p. 33).<br />

Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />

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