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SU TRACCE DI TEORIA TEATRALE NEL PENSIERO DI ROMAN<br />

INGARDEN<br />

Una proposta critica ovvero un tentativo di ricostruzione<br />

Elisabetta V<strong>il</strong>lano<br />

Roman Ingarden affronta compiutamente <strong>il</strong> discorso sul teatro nel saggio “Sulle funzioni<br />

del linguaggio nello spettacolo teatrale”, apparso per la prima volta nel 1958 sulla rivista<br />

Zagadnienia rodzajów literackich (Problemi dei generi letterari) e ripubblicato nel 1965 in<br />

appendice alla terza edizione de L’opera d’arte letteraria 1 . Il senso di questa scelta<br />

editoriale è chiaro: già nella prima edizione de L’opera d’arte letteraria del 1931 Ingarden<br />

fa più volte riferimento al dramma sconfinando dall’ambito d’analisi strettamente testuale<br />

a quello più problematico, per vastità e pluralità compositiva, della messa in scena. Più<br />

precisamente, la riflessione f<strong>il</strong>osofica sulla fenomenologia dell’opera d’arte letteraria si<br />

amplia fino a toccare <strong>il</strong> dramma nel capitolo VI, dove si discute dello “strato delle unità di<br />

significato”, e nel XII, in una “integrazione” dedicata alla trattazione di quelli che l’autore<br />

definisce “casi limite” dell’opera d’arte letteraria 2 . Tenuto conto della discontinuità con cui<br />

Ingarden elabora la propria teoria teatrale, come pure del carattere talvolta indiretto delle<br />

sue osservazioni, <strong>il</strong> presente contributo si propone di restituire organicità al suo pensiero<br />

1 Roman Ingarden, “Von den Funktionen der Sprache im Theaterschauspiel”, Zagadnienia rodzajów<br />

literackich, 1, Lódź 1958; successivamente in Das literarische Kunstwerk, Niemeyer, Tübingen 1965, pp. 403-<br />

425. Nel testo si farà riferimento alla recente traduzione italiana: Id., “Sulle funzioni del linguaggio nello<br />

spettacolo teatrale”, in L’opera d’arte letteraria, a cura di L. Gasperoni, Edizioni <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi<br />

<strong>Campostrini</strong>, Verona 2011, pp. 491-515.<br />

2 Ne L’opera d’arte letteraria Ingarden scompone l’opera letteraria in quattro strati: lo “strato dei suoni di<br />

parola” e delle “formazioni sonore di grado superiore”, lo “strato delle unità di significato”, lo “strato delle<br />

oggettività rappresentate” e lo “strato degli aspetti schematizzati”. Il primo strato descrive <strong>il</strong> livello formale<br />

dell’opera letteraria: un “suono di parola” corrisponde, infatti, all’unità linguistica che congiunge <strong>il</strong> significato al<br />

rispettivo suono materiale; dalla successione ovvero dall’interrelazione di più suoni di parola nascono<br />

“formazioni sonore di grado superiore”, ovverosia le proposizioni. Il secondo strato riguarda <strong>il</strong> piano<br />

semantico, descrive cioè le significazioni di unità e segmenti testuali. Lo “strato delle oggettività<br />

rappresentate” si concentra, invece, sulle oggettività esterne al testo cui si riferiscono intenzionalmente le<br />

unità di significato. Infine, lo “strato degli aspetti schematizzati” corrisponde alle forme assunte oppure<br />

assumib<strong>il</strong>i potenzialmente dall’opera d’arte letteraria all’atto interpretativo (vedi R. Ingarden, L’opera d’arte<br />

letteraria cit., pp. 85-420).<br />

Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />

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