Appunti di Teoria dell'Informazione e Codici - Università di Palermo
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Capitolo - 1<br />
LE SORGENTI D’INFORMAZIONE<br />
1.1 - Premessa<br />
Uno dei maggiori problemi che s’incontrano nella stesura <strong>di</strong> un testo che tratti la<br />
teoria dell’informazione è quello della notazione da adottare, non è, infatti, semplice<br />
trovare il giusto compromesso tra sinteticità e chiarezza della stessa.<br />
Nel seguito avremo spesso a che fare con variabili aleatorie (V.A.) che in<strong>di</strong>cheremo<br />
con lettere maiuscole. Come è noto ad ogni V.A. si può associare una <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong><br />
probabilità (DDP) ed una densità <strong>di</strong> probabilità (ddp) che altro non è se non la<br />
derivata della DDP, intesa eventualmente in senso generalizzato.<br />
Nel caso delle variabili aleatorie <strong>di</strong>screte che possono cioè assumere un numero<br />
finito <strong>di</strong> valori è più comodo fare riferimento alla <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> massa <strong>di</strong> probabilità<br />
(dmp) cioè ad una funzione ( ) che associa ad ogni valore che la V.A. può<br />
assumere la probabilità dell’evento: “ assume il valore ”.<br />
Quando si riterrà che non vi siano possibilità d’equivoci si ometterà il pe<strong>di</strong>ce che<br />
in<strong>di</strong>vidua la V.A. affidando all’argomento della funzione anche questo compito, cioè<br />
( ) ( ).<br />
Si noti che la notazione che qui si adotta è purtroppo analoga a quella<br />
normalmente utilizzata per in<strong>di</strong>care la ddp <strong>di</strong> una variabile aleatoria, un minimo <strong>di</strong><br />
attenzione al contesto dovrebbe, si spera, essere sufficiente ad evitare confusioni. Le<br />
ddp verranno <strong>di</strong> regola in<strong>di</strong>cate con lettere greche con a pe<strong>di</strong>ce la V.A. cui si<br />
riferiscono ad esempio ( ).<br />
Come è noto per le variabili aleatorie <strong>di</strong>screte è particolarmente semplice desumere da<br />
una qualunque delle tre funzioni <strong>di</strong> probabilità appena citate le altre. In particolare se è<br />
nota la dmp <strong>di</strong> una variabile aleatoria <strong>di</strong>screta che assume valori appartenenti<br />
all’insieme la corrispondente DDP ( ) sarà una funzione definita su<br />
tutto costante a tratti con <strong>di</strong>scontinuità d’ampiezza ( ) in corrispondenza dei<br />
valori che la V.A. può assumere. La ddp ( ) sarà espressa da ( )<br />
∑ ( ) ( ).<br />
Nel calcolo delle sommatorie che s’incontreranno ad ogni piè sospinto si<br />
in<strong>di</strong>cherà il più sinteticamente possibile l’in<strong>di</strong>ce su cui le suddette operano. Ad esempio<br />
avendo a che fare con una V.A. <strong>di</strong>screta che assuma valori in un insieme<br />
, la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> normalizzazione della sua dmp sarà in<strong>di</strong>cata come segue: