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4.3.1 Sintesi e raccomandazioni - Biblioteca Medica

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12. Roehrborn CG, Mc Connell JD, Saltzman B: Storage (irritative) and voiding (obstructive)<br />

symptoms as predictors of benign prostatic hyperplasia progression and related outcomes.<br />

Eur.Urol.2002 ; 42:1-6<br />

5.7. Residuo postminzionale<br />

La valutazione del residuo postminzionale (RPM) viene da molti autori considerato<br />

parte integrante nella valutazione iniziale di un paziente affetto da LUTS/IPB sebbene non<br />

vi sia un consenso unanime; nelle linee guida europee per esempio l’esame compare come<br />

raccomandato mentre sugli atti della 5° consultazione internazionale sull’IPB e nelle linee<br />

guida americane viene dato come opzionale [1-4]<br />

Un residuo RPM significativo può indicare una disfunzione vescicale e predire una<br />

risposta meno favorevole al trattamento; può essere considerato un segno di progressione<br />

della malattia [5] ed è considerato predittivo di fallimento della vigile attesa.<br />

Il problema verte su quale entità di RPM debba essere considerata significativa; sebbene<br />

non sia possibile stabilire un cut-off assoluto per la variabilità test-retest e per la mancanza di<br />

disegni adeguati una delle più usate indicazioni di significatività del RPM è quella che lo<br />

indica in 1/3 della capacità vescicale. In ogni modo, per una corretta valutazione, il residuo<br />

vescicale postminzionale deve sempre essere messo in relazione al volume svuotato. Si rimanda<br />

comunque al capitolo sull’urodinamica per ulteriori approfondimenti.<br />

Qualora si concordi sull’opportunità di eseguire una valutazione del RPM nell’iter diagnostico<br />

di questi pazienti, resta da capire se sia più corretto ricorrere al cateterismo transuretrale<br />

o alla valutazione ecografica sovrapubica.<br />

In letteratura esiste un solo lavoro che compari direttamente le due metodiche [6] eseguendo<br />

in uno stesso gruppo di 324 pazienti la valutazione ecografica (con 11 algoritmi di<br />

calcolo diversi) e immediatamente dopo la cateterizzazione. Le conclusioni sono che al di sotto<br />

dei 48 ml l’ecografia sovrapubica non è attendibile e che comunque la sua accuratezza<br />

diagnostica resta significativamente inferiore al cateterismo. (LIVELLO DI PROVA III)<br />

A parte questo citato, non esistono altri studi in cui la valutazione del RPM sia l’end<br />

point principale sebbene essa venga considerata in oltre l’80% dei lavori esaminati con le<br />

parole chiave che sono state utilizzate per la ricerca; inoltre solo nel 50% dei casi viene<br />

esplicitata la metodica con cui il RPM viene valutato e questa è sempre l’ecografia sovrapubica.<br />

Vi è oggi consenso unanime che il cateterismo, sebbene più accurato (e quindi teoricamente<br />

più efficace) sia troppo invasivo e non debba essere impiegato di routine; la minore<br />

invasività e la maggior sicurezza dell’ecografia sovrapubica bilancia ampiamente la minore<br />

efficacia della metodica. (LIVELLO DI PROVA VI)<br />

Esistono poi dei problemi pratici nell’esecuzione corretta di un RPM; l’iperdistensione<br />

vescicale porta a un esaurimento del detrusore; quando il RPM risulti elevato l’esame dovrebbe<br />

essere ripetuto almeno una volta; mingere in ambienti non famigliari e spesso poco acco-<br />

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