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tagliolo, Cocogle, casaleggio, Monsaltus 17 , i due carpe<strong>net</strong>o 18 ,Stazzano 19 , novi, retorto, castelnuovo (bormida), Sezzádio 20 ,95marchese Guglielmo di Monferrato, ancora nel 1224 ne tenevano metà, ma il medesimomarchese sosteneva che doveva essergli restituita e che l’altra metà era suo allodio, nelsenso di “luoghi tenuti in quel momento dal marchese direttamente nelle sue mani-cioènon infeudati ad altri-qualunque fosse la loro provenienza” (Settia): G. b. MOriOndOcit., i, col. 135, n. 119, e col. 659, linee 9-13, F. GaSParOLO, Cartario Alessandrino finoal 1300, 3 voll., bSSS, cXiii, cXV e cXVii, torino, 1928 e 1930, ii, p. 67, n. ccXLi,e iii, p. 91, n. cdLXXVii, e a. a. Settia, Geografia di un potere in crisi: il marchesatodi Monferrato nel 1224, estratto dal Bollettino <strong>Storico</strong>-Bibliografico Subalpino,LXXXiX, 1991, pp. 417-443, alle pp. 424, 428 e 440.15 Probabilmente rocca di Valle d’Orba (oggi rocca Grimalda; sarebbe la sua primacitazione), perché rocca degli Zucchi era presso Rondanaria (le torrazze di Silvanod’Orba), citata subito dopo (cfr. V, nota n. 16); inoltre gli Zucchi si distinsero dopo il1164 come lignaggio signorile (cfr. V, nota n. 46). nel 1224 il marchese Guglielmo diMonferrato, abiatico di Guglielmo il Vecchio, aveva ipotecato rocca di Valle d’Orba aimarchesi di Gavi e infeudato agli Zucchi Silvano, rocca degli Zucchi, Fontaney equanto aveva a Lerma: a. a. Settia, Geografia di un potere in crisi cit., p. 426, notan. 38, p. 433, nota n. 74, e p. 441.16 Le torrazze, nella penisola di confluenza della Piota nell’Orba, presso il cimiterodi Silvano (cfr. iii, note nn. 45-50).17 Montaldeo, perché Montaldo (bormida) corrispondeva a carpe<strong>net</strong>o inferiore (cfr.la nota seguente).18 carpe<strong>net</strong>o inferiore, corrispondente all’odierno Montaldo (bormida), e carpe<strong>net</strong>oSuperiore. il 17 settembre 1203 il marchese Guglielmo di Monferrato diede in feudo alcomune di alessandria metà pro indiviso di carpe<strong>net</strong>o Superiore e di carpe<strong>net</strong>oMinore (inferiore/Montaldo bormida): G. b. MOriOndO cit., i, col. 135, n. 119, e col.659, linee 9-13, e F. GaSParOLO cit., ii, nn. ccXLi, ccXLiV, ccXLVi e ccXLVii,nonché iii, p. 91, n. cdLXXVii. ancora nel 1224 gli alessandrini tenevano metà deidue carpe<strong>net</strong>o, ma il marchese Guglielmo di Monferrato sosteneva che doveva esserglirestituita e che l’altra metà era suo allodio (nel senso indicato a V, nota n. 14): a. a.Settia, Geografia di un potere in crisi cit., pp. 428 e 440.19 nel diploma del marzo 1176 l’imperatore Federico i si obbligò con tortona a faremarchionem de Monteferrato quiescere de oppido Staciani, ne episcopus (di tortona)de cetero inquietetur a marchione occasione date pecunie (cfr. V, nota n. 65).20 il 16 settembre 1203 il marchese Guglielmo di Monferrato diede in feudo alcomune di alessandria metà pro indiviso di retorto, il 17 settembre metà pro indivisodi castelnuovo (bormida) e il 18 settembre metà pro indiviso di Sezzádio: G. b.MOriOndO cit., i, col. 135, n. 119, e col. 659, linee 9-13, e F. GaSParOLO cit., ii, nn.ccXLi, ccXLiii-ccXLV, ccXLiX e ccLi, nonché iii, p. 91, n. cdLXXVii. nel1224 il marchese Guglielmo di Monferrato sosteneva che metà dei tre luoghi era suoallodio (nel senso indicato a V, nota n. 14), che gli alessandrini dovevano restituire l’altrametà perché aveva infeudato questa metà di retorto ai Pastori, aveva concesso unfeudo a castelnuovo e a Sezzádio ad alberto di àlice e un feudo a castelnuovo a rufinoCrocza: a. a. Settia, Geografia di un potere in crisi cit., p. 428, p. 433, nota n. 79, pp.440 e 441.

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