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329La situazione, anziché risanarsi, a distanza di oltre un anno risultaanzi peggiorata. il 1 ottobre 1399 il podestà di Ovada riceve daGenova l’ordine di sequestrare tutti i beni mobili ed immobili appartenentia Giacomo Malaspina e agli uomini di Molare che si trovinonella sua podesteria, e ciò ad istanza di battista Marenco dirossiglione, qui per brigantes dicti Jacobi fuit multis bonis ipsiusspoliatus. il successivo 29 si raccomanda di tener fermo il sequestroil 13 novembre il podestà di Ovada 15 è costretto ad informare ilgovernatore regio, colardo de caleville, tuttora in carica, che alnunzio di Ovada, Giovanni de Lui, andato a Mirbello per notificareil sequestro al Malaspina, al momento colà residente, è stata impedital’entrata in castello dall’hostiario. Questi, fattasi consegnare lalette ra, gli ha poi comunicato che il suo padrone non poteva almomento rispondere perché era senza scriba. Mandato successivamenteun altro nuncio per avere la risposta, gli è stato detto che ilmarchese aveva scritto al governatore e che al podestà di Ovada nonvoleva rispondere.il 17 novembre, dopo che bonifacio chiabrera di cassinelle hadichiarato di essere procuratore del Malaspina, si deferisce la praticaa rainerio de copolis, vicario del regio governatore, e tre giornidopo al chiabrera viene concessa licenza di patrocinare 16 . il 19dicembre, a richiesta di nicolò de belignano, sindaco del comune diGenova, si ingiunge formalmente a Giacomo Malaspina occasionefeudi quod habet a Comuni Janue, di comparire entro tre giornidopo natale, direttamente o tramite suo procuratore.15 nel frattempo, il 26 ottobre 1399, a Giovanni de Gazolo podestà di Ovada è statapresentata una denuncia da tobia carlevaro e biatrice di cormorino, i quali il 23 precedentese ne venivano al mulino di Ovada con tre asini carichi di biada e che, quandofurono nel luogo detto di corticella, sulla via pubblica apud sbareriam, comparverodiversi di Molare ed un certo Oliviero abitante di Predasco con dodici compagni, tra iquali vi erano rubeo e bencino Pagliaro di Ovada, che presero bestie e biada portandoleda Ovada a Molare (aSG, ms. 64, 85v, 86r.).il 30 ottobre 1399 Giovanni de Gazolo, podestà di Ovada, scrive al castellano dibosco che Giacomo tamaro di Ovada è creditore di tre fiorini verso domenico Passaroe fratelli di bosco, avendo prestato una fideiussione relativamente all’acquisto di vinoda essi effettuato sulla piazza di Ovada. (aSG, ms. 64, 85r.).16 aSG, <strong>Archivio</strong> Segreto, Diversorum Communis, reg. 499, cc. 113r., 156v.

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