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e la pieve de Prelio (Silvano d'Orba) 7 , nonché la pieve di casaleggionel 1188 8 , nella diocesi di tortona; Gamalero nel 978 9 , San Pietro didei Santi cosma e damiano di Monterotondo e di San Vincenzo de Longariola, nonchéla chiesa di San Giuliano, appartenente al monastero genovese di San tommaso: a.FerrettO cit., pp. 670-682, e L. taccHeLLa, Insediamenti monastici cit., pp. 18 e 19(Santa Savina), pp. 26-28 (Sant’eusebio), pp. 28-30 (San remigio) e p. 63 (SanGiuliano). Su Sant’innocenzo di castelletto cfr. L. taccHeLLa, Le filiazioni piemontesidell’Abbazia di S. Fruttuoso di Capodimonte, biblioteca dell’accademia Olubrense, 2,Verona, 1989, pp. 23-29, il quale però ha ritenuto erroneamente che prima dell’annessionealla diocesi di Genova nel 1248 Sant’ innocenzo fosse pieve; in realtàArchipresbiter de Castelleto era il nome proprio di un consiliator vel credenderius delcomune di tortona il 16 maggio 1224 e nell’agosto del 1241: e. GabOttO, Il"Chartarium dertonense" ed altri documenti del Comune di Tortona (934-1346), bSSS,XXXi, Pinerolo, 1909, nn. XcVii, cX, cXLi e cXLii. Sulle tre fasi edilizie della chiesadi Sant’innocenzo di castelletto, la più antica delle quali è databile alla seconda metàdell’Xi secolo, cfr. c. OLiVieri, La chiesa romanica di Sant’Innocenzo di Castellettod’Orba. Vicende storico costruttive, in Urbs. Silva et flumen, XiX/3, 2006, pp. 210-214.Successivamente la chiesa di Sant’antonio abate sostituì come parrocchia di castellettoSant’innocenzo, che divenne la chiesa del cimitero: c. caireLLO e V. r. taccHinO,Appunti per una guida turistica di Castelletto d’Orba, in Urbs. Silva et flumen, XiX/1,2006, pp. 47-52, alla p. 50. contrariamente a quanto affermato da a. FerrettO cit., p.675, la chiesa di San Pietro di bosio compare già nel 1385: L. taccHeLLa, La visita apostolicadi Francesco Bossi alla pievania della città di Gavi, Gavi, 1987, pp. 23-25.7 Santa Maria nel 1268: a. FerrettO cit., pp. 669 e 681. La pieve di Santa Mariade Prelio, con le sue filiali San Lorenzo di castelletto d’Orba inferiore e Sant’agata dicastelletto, entrambe appartenenti all’abazia di San Fruttuoso di capodimonte (cfr. iVnota n. 36), non furono trasferite alla diocesi di Genova nel 1248, ma rimasero in quelladi tortona: L. taccHeLLa, Le filiazioni piemontesi dell’Abbazia di S. Fruttuoso diCapodimonte cit., pp. 29-42. La spiegazione consiste nel fatto che nel 1248 Silvano,castelletto inferiore e Sant’agata non erano soggetti al comune di Genova, ma ai marchesidel bosco. infatti il 27 luglio 1224 questi marchesi donarono al comune diGenova Silvano, cum tota castellania vel castellaniis, villis, burgis et pertinenciis suis,e li riottennero in feudo (cfr. Vii, il testo in corrispondenza della nota n. 12), cosicchéSilvano e le sue pertinenze di castelletto inferiore e Sant’agata di fatto appartenevanoai suddetti marchesi. inoltre la signoria di castelletto, di Rondanaria e di rocca degliZucchi era rivendicata sin dal 1164 dai marchesi di Monferrato (cfr. iii, nota n. 49, e V,note nn. 14-16), i quali finirono per recuperare castelletto inferiore e gli altri due luoghi.8 r. PaVOni, La signoria territoriale del vescovo di Acqui, in Rivista di Storia ArteArcheologia per le Province di Alessandria e Asti, ciX.2, 2000, pp. 369-407, p. 392,nota n. 59. Mornese e Lerma erano comprese nel piviere di casaleggio: ancora nel 1547gli Statuti di Lerma riferiscono che i defunti della villa suprana erano sepolti alla chiesadi San Martino di casaleggio, la quale almeno dal 1523 era però stata inclusa nelpiviere di Santa Maria de Prelio: e. POdeStà, La chiesa del castello di Casaleggio parrocchialenei secoli XVII e XVIII, in Urbs. Silva et flumen, iX/3-4, 1996, pp. 178-180, eIDEM, Documenti per la Storia dell’Oltregiogo Monferrino, Memorie dell’accademiaurbense (n. s.), n. 33, Ovada, 2000, pp. 25, 26 e 207.9 confermata al vescovo benedetto dall’ imperatore Ottone ii il 17 aprile 978: r.PaVOni, La signoria territoriale del vescovo di Acqui cit., p. 369, nota n. 1.51

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