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101come sostenne il Podestà 38 , è probabile che avesse un fondamentoreale la confusa e romanzata narrazione di Giacomo d'acqui,secondo la quale Guglielmo il Vecchio avrebbe distrutto Rondanaria,civitas in Valle Urbe et Sture, e, passando subito dopo in ValleScrivia, avrebbe devastato la terra nobilium que dicebaturSummaripa, sita sulla riva destra, di fronte a Serravalle; in seguitoalla devastazione alcuni dei signori di Summaripa si sarebbero trasferitia Lodi, altri nel comitato di acqui, tra i quali, in particolare,Guglielmo de Summaripa, edificatore del castello di Morbello ecapostipite degli omonimi signori; da questi ultimi sarebbero derivatii signori di Visone, di Grognardo e di Lerma 39 . infatti nel 1195 iconsorti di Summaripa possedevano un bosco presso Marcarolo, aovest e a nord della terra, dei pascoli segati e dei boschi del marchesedi Parodi e a sud del bosco degli Adarati di castelletto (d'Orba) 40 ;un secolo dopo, nel 1280, il bosco di Summaripa era delimitato a estdalla via che dai Piani di Praglia scendeva alla confluenza delLischeo nel Gorzente, dalla via che per il colle Monte Moro andavaalle odierne capanne Superiori e inferiori di Marcarolo e dall'odiernacosta Pancaldi, ovest dall'odierna cascina Grignolo, a nord dallamò nemici dell’imperatore, assieme a quanti li avessero aiutati a occupare Parodi controi Genovesi, e comminò una pena a discrezione del sovrano; fece giurare al cappellanocorrado che l’imperatore avrebbe ratificato la sentenza e non avrebbe assolto dallacondanna i suddetti marchesi senza il consenso di tutti i consoli del comune di Genovao della maggior parte; infine promise che l’imperatore avrebbe ordinato al comune e alpopolo di Pavia, ai marchesi de Guastis, di Ponzone, del bosco, al marchese Malaspinae al conte Gebhard di Leuchtenberg di aiutare i Genovesi contro i marchesi di Parodi edi Gavi, ai quali il marchese di Monferrato, sub debito fidelitatis, non doveva fornireaiuto. Questa sentenza fu emanata a Genova, in publica contione, alla presenza dei testiil marchese Opizzo Malaspina, Opizzo Buccafollis, isembardo Papiensis, Guglielmo diVezzano, Filippo de Iusta, ingo Tornellus, Gandolfo Bacemus et plures alii: I Libriiurium della Repubblica di Genova citati, i/3, p. 233, n. 548.37 e’ dubbio che i Genovesi contassero su un effettivo intervento di Federico i aloro favore; tuttavia il ricorso alla giustizia imperiale costituiva un utile sondaggio perverificare, anche a fini di politica interna, l’eventuale disponibilità del sovrano dopo ilsegnale inviatogli con il trattato stipulato con roma (cfr. V, nota n. 33).38 e. POdeStà, Lerma. Storia e vita dalle origini alla fine del Settecento, Pro Locodi Lerma-accademia urbense-Ovada, 1995, p. 25, nota n. 5, e p. 28.39 r. PaVOni, La signoria territoriale del vescovo di Acqui cit., p. 392, nota n. 60.40 r. PaVOni, La signoria territoriale del vescovo di Acqui cit., p. 392, nota n. 59.Gli Adarati erano una linea del consorzio signorile di castelletto (cfr. V, nota n. 42).

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