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68acqui 21 , in quest'ultimo Piasano (poco a nord di Morsasco) con il suo21 Quadragesima tertija corte Roverito. Se si identifica con il bosco Roboretum,sito in Val Lemme, presso bassignana (Francavilla) e bisio, il cui uso fu concesso il 4gennaio 1127 dal marchese alberto di Gavi alla casa di bosco (Marengo), dipendentedal monastero di tiglieto (r. PaVOni, Ancora sull’origine dei marchesi di Gavi cit., p.40, nota n. 59), era compreso nella diocesi e nel comitato di tortona. Potrebbe peròtrattarsi del luogo presso il quale sorse alessandria. infatti, poiché il Roboretum delLemme apparteneva ai marchesi di Gavi, con la località alessandrina si identifica lacuria di Roboreta il cui terzo fu confermato il 29 settembre 1164 dall’imperatoreFederico i al marchese obertengo Opizzo Malaspina; inoltre al medesimo, il 13 giugno1178, il marchese Guglielmo il Vecchio di Monferrato e il comune di alessandria riconobberoun terzo del pontaticum del ponte sul tanaro: r. PaVOni, Il governo diAlessandria alle origini del Comune, estratto da Nuova Rivista Storica, LXXXiX/i,2005, p. 14, nota n. 42, e p. 35, nota n. 130. Roboretum, il luogo in cui sarebbe sortaalessandria, doveva trovarsi nel comitato di acqui perché in tale circoscrizione eracompresa la vicina curtis di Foro, concessa il 6 febbraio 935 dai re ugo e Lotario alconte aleramo: I diplomi di Ugo e di Lotario, di Berengario II e di Adalberto, a cura diL. ScHiaPareLLi, FSi, roma, 1924, p. 158, n. Liii. Generalmente si ritiene cheRoboretum fosse nella diocesi di Pavia, soprattutto sulla base di alcuni diplomi diFederico i datati in Episcopatu Papiensi, in obsidione Roboreti: V. POLOniO, La Diocesidi Alessandria e l’ordinamento ecclesiastico preesistente, in Popolo e Stato in Italianell’ età di Federico Bar barossa. Alessandria e la Lega Lombarda, relazioni e comunicazionial XXXiii congresso <strong>Storico</strong> Subalpino per la celebrazione dell’Viii centenariodella fondazione di alessandria, alessandria, 6-7-8-9 Ottobre 1968, torino, 1970,pp. 563-576, alla p. 570, nota n. 15. tuttavia le modifiche territoriali attuate da Federicoi a vantaggio della fedele Pavia, ben documentate a danno di tortona (cfr. V, note nn.54-60), riducono il valore di questa testimonianza; d’altra parte non è trascurabile ilfatto che un documento originale, stipulato il 25 aprile 1119 dal priore della chiesa diSant’ andrea di Roboretum, si conservi nell'archivio Vescovile di acqui: su questachiesa, che il tacchella ha identificato con il monastero di Sant’andrea di Sestri(Ponente) e con la sua grangia di bisio, ma che in realtà si trovava a Roboretum (dialessandria) , cfr. G. PiStarinO, Da Ovada aleramica ad Ovada genovese, in Rivista diStoria, Arte e Archeologia per le Province di Alessandria e Asti, Xc, 1981, pp. 5-44, p.11, nota n. 11, e L. taccHeLLa, Francavilla Bisio nella storia del monachesimo e deiFeudi Imperiali Liguri, Verona, 1988, p. 100. inoltre la diocesi di Pavia non è attestataoltre la linea San Salvatore (Monferrato)-Pietra Marazzi, sulla sinistra del tanaro, e oltrePióvera, sulla destra: a. a. Settia, Il distretto pavese nell’età comunale: la creazionedi un territorio, in Storia di Pavia, iii, Dal libero Comune alla fine del Principato indipendente1024-1535, tomo i, Società, istituzioni, religione nell’età del Comune e dellaSignoria, 1992, pp. 119, 120 e 124. Ogni difficoltà per l’identificazione della curtis diRoverito scomparirebbe se Runcaretum, locus et fundus citato nella donazione del 10giugno 1033 all’abazia di castione (cfr. iV, note nn. 23 e 56), fosse un errore o unavariante per Roboretum della Val Lemme.

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