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Archivio Storico PDF - archiviostorico.net

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146Verso la metà del Xii secolo compaiono in Val d'Orba i canoniciregolari mortariensi, che alle pratiche religiose univano l'assistenzaspirituale e materiale di poveri e di viaggiatori: nel 1159 esisteva ilpriorato di Santa Maria del Vezzullo, al quale fu affidata la chiesa diSan Pietro di Prà, naturale sbocco al mare della via della Stura 35 ,mentre nello stesso periodo il priorato genovese di San teodoro diFassolo ottenne l'hospitale Sancti Rainerii di cantalupo, nel territoriodi Gamundium (castellazzo bormida), all'altro capo della via 36 .Queste istituzioni monastiche e canonicali rispondevano a variemarchese di Parodi e podestà di tortona, pro Dei amore et mercede di suo padre e suamadre, donò al monastero di Santa Maria e di San Giovanni di rivalta, nelle mani di fraGuglielmo Pastore, a nome dell'abate, tutta la terra che aveva ad domnicum in Alpe dePalodio, cosicché l' abate del monastero e i suoi successori avessero tale terra ed acquacum omni iure et pertinenciis suis, sicut comprehendunt iam dicte confines, et quicquidsibi suisque successoribus exinde placuerit faciat laborandum et cum bestiis pascandum(variante: pascendum) et in ipsa aqua molendina et piscaciones faciendum, sine omniiam dicti marchionis et eius heredum contradictione; inoltre il marchese concesse almonastero di pascolare con i suoi animali nella terra che egli aveva concesso ai proprivassalli et milites circa partes illas e di passarvi, absque intollerabile dampnu. da partesua, in ipsa terra iam dictus abbas debeat edificare casam unam et ecclesiam in honoreDei et Beate Marie (la benedicta), in qua conversi et alie persone debeant Deumadorare et colere et vocabitur casa illa et ecclesia Domus Dei: a. F. truccO cit., i, p.130, n. cLV, e ii, p. 245, n. dccXVii; per i confini cfr. r. PaVOni, La signoria territorialedel vescovo di Acqui cit., note nn. 53 e 59, IDEM, Il tramonto di una dinastia marchionalecit., p. 139, nota n. 21, e IDEM, Ancora sull’ origine dei marchesi di Gavi cit.,p. 28, nota n. 26. Sulla grangia della Bruersa cfr. L. taccHeLLa, Insediamenti monasticicit., pp. 80 e 81, nonché V. POLOniO, I Cistercensi in Liguria cit., pp. 18, 33, 34, 72e 73.34 e. riccardini, in G. PiStarinO-e. riccardini, Mostra documentaria-fotograficapresso l’Oratorio di Nostra Signora dell’Annunziata di Tagliolo Monferrato (3-5 settembre1999). Note storiche sul monastero di Santa Maria di Bano, in Rivista di StoriaArte Archeologia per le Province di Alessandria e Asti, ciX.1, 2000, pp. 283-307.35 V. POLOniO, Canonici regolari cit., pp. 25, 26 e 54, alla quale si rimanda ancheper la sostituzione dei Mortariensi di Santa Maria del Vezzullo con le monache cistercensiintorno al 1230 (cfr. Vi, nota n. 21).36 niccolò, preposito della chiesa di Mortara, concesse l’hospitale Sancti Raineriiin loco Gamundio, al “censo annuo una lira d’incenso”, a fra bonifacio, priore dellachiesa mortarese di San teodoro di Genova, perché era stata ed era utilis alla propriachiesa madre, nonché le aveva allora versato 200 lire: a. FerrettO, Documenti genovesidi Novi e Valle Scrivia cit., i, p. 52, n. LVi, da copia frammentaria del Poch, senzadata. il 25 novembre del 1171 o del 1172, in civitate Terdone . . . in episcopali caminata,il dominus Oberto, Terdonensis episcopus et comes, confermò la donazione diParruca, presente con suo marito Giovanni Marinus, la quale dedit universum . . . .quod habet in toto territorio Gamundii . . . ut sit hospitalis Sancti Rainerii quod est

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