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152sottomissione ad alessandria e, rimasti fedeli ai marchesi del bosco,erano sostenuti, tramite Ovada, da Genova. infatti è probabile che ilmarchese enrico, appoggiato da parte degli abitanti, riuscisse a tenerela torre e il dongione di Uxecium. altri forse erano rimasti fedelial marchese Ottone, che rivendicava diritti sullo stesso luogo 6 .Pertanto l'intervento alessandrino a Uxecium ebbe alla fine l'ef -fetto contrario sul marchese enrico, spingendolo dalla parte diGenova, della quale finì per accogliere la mediazione nella controversiacon suo zio. tuttavia l'accordo richiese una lunga trattativa,perché enrico, espulso da Pareto e da Monteacuto, minacciato adUxecium, si trovava in una situazione di debolezza e chiedeva garanziesull'equità della sentenza, cosicché fu concluso soltanto alla finedel 1217, il 29 dicembre, quando il governo genovese gli promise l'esecuzionedella permuta di Pareto o la restituzione di quanto avevadato in cambio. da parte loro il marchese enrico e i suoi figliGuglielmo e Guido donarono al comune di Genova tutto campale,metà, pro indiviso, di Uxecium, metà di cassinelle, tutto quanto avevanoa bruceta, a Piasano, a tagliolo, ad arquata, a capriata, aPareto, a Monteacuto, a Mioglia e a Miogliola, 1/4 di trisobbio, 1/8di bosco e 1/16 di novi 7 .La pressione alessandrina 8 e soprattutto la necessità di rafforzarela propria posizione nelle trattative, dopoché il governo genovese siera in qualche modo dovuto sbilanciare verso il marchese enrico,convinsero il marchese Ottone a cercare un contrappeso ad ales -sandria. da qui il trattato del 29 gennaio 1218, in base al quale ilmarchese Ottone, a nome proprio e dei figli del fu bonifacio di Pa -reto, dei quali era tutore, e suo figlio Guglielmo, a proprio nome, ce -dettero al comune di alessandria capriata, e Uxecium, quanto il me -6 r. PaVOni, I marchesi del Bosco tra Genova e Alessandria cit., pp. 36 e 37.7 r. PaVOni, I marchesi del Bosco tra Genova e Alessandria cit., pp. 37-41.8 il 9 dicembre 1217 il comune di alessandria acquisì un ottavo di rivalta(bormida) e metà della sua torre nuova da due dei consorti: niccolò Guercio e suo nipotecalvo, figlio del fu Guglielmo Buchavetula, fratello del medesimo niccolò, i qualidonarono anche quanto vi possedessero in più e ne furono reinvestiti in feudo, garantendol'obbligo di fedeltà sui propri beni, fra i quali quelli nei due castelli di carpe<strong>net</strong>o.Questo consorzio signorile teneva in feudo dai marchesi del bosco rivalta (bormida)(cfr. iV, nota n. 58) e capriata ((cfr. Vi, nota n. 5), ma già nel 1191 aveva stipulato untrattato con alessandria: r. PaVOni, I marchesi del Bosco tra Genova e Alessandria cit.,p. 41, nota n. 104.

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