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198L'attività e gli interessi dei della Volta nel settore pe daggi, comesopra documentati, che ritroveremo più avanti, non costitui scono tuttaviaun elemento sorprendente, mentre tale è invece la loro presenzadiretta nel campo agricolo, di cui abbiamo trovato la prima attestazionenell'atto del 1218, al quale ci siamo rife riti all'inizio delparagrafo.L'esercizio da parte di privati di questa attività, normale appannaggiodelle istituzioni monastiche, è tanto più straordi nario in quantosi svolge in una zona relativamente distante da Genova, espostaalle mire di alessandrini, tortonesi, Pavesi e perfino del Vescovo diacqui.certamente, a parte i redditi pedaggieri, l'impegno maggiore deirosso della Volta è rivolto all'attività mercantile. come tanti altrigenovesi essi commerciano oltremare, ricevendo in ac comanditasomme da lucrare nei relativi viaggi, ma sono anche in rapporto coni mercanti lombardi, importando, ad esempio, tramite loro parentiinsediati a Milano, telas de alemania 49 .collaterale a queste altre loro attività, l'agricoltura re sta comunqueper i rosso della Volta assai importante.il fatto di mantenere nell'Oltregiogo interessi nel settore della produzioneagricola, e di sfruttare intensamente e profi cuamente ilvastissimo bosco di Som maripa, e quello non meno grande di Ovada,consente infatti loro di garan tirsi carichi di ritorno, con derrate,legname e carbone di legna, da esitare sul mercato di Genova.da buoni genovesi i rosso della Volta sono naturalmente in -teressati anche all'armamento navale e alle relative forniture.un esempio significativo: il 17 luglio 1214 bonifacio di Giacomoe Lan fran co rosso, anche a nome dei loro soci, promettono a PaganoVento di consegnare sul lido di Sestri, dietro corri spettivo di lire 270,un albero, evidentemente destinato alla co struzione di una nave,lungo 42 godoni e grosso da 11 a 14 palmi (lungo quindi circa m. 3149 il 27 settembre 1225 Lanfranco rosso della Volta si riconosce debitore del nipote,Giacomo di Malo, milanese, del prezzo per telas de Alemania, così come nei confrontidi altri due mercanti lombardi per lire 231 e s. 11 (SLSP, Notai liguri del Sec. XIIe del XIII, not. Lanfranco, docc. 1568 e 1571, Genova 1951).

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