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140re, confermò una donazione di beni a cassinelle, effettuata dal fratellodefunto 19 . due giorni dopo il monastero acquistò beni allabruceta 20 . nel penultimo decennio del Xii secolo gli interessi dell'abaziadi tiglieto si erano estesi al Vezzullo, vicino alla testata dellaValle Stura, ove era in contrasto con l'abazia cistercense di Sestri19 a tale data, in castro Cascinelle, in domo Alberti Grassi de Cascinelle, questiconfermò la donazione che suo fratello Pietro Rugna aveva fatto al monastero di SantaMaria de Civitatula di quanto avevano in loco ubi dicitur Coxa, tanto la parte di Pietroquanto quella di alberto, che aveva dato il proprio consenso; quegli successivamenteaveva lasciato tutta la propria eredità a questi. La cartula donacionis (o meglio di conferma),scritta dal notaio Mazucus, reca il signum manus di alberto Grassus e i signamanuum Mainfredi Cazuli, Girardi, Iohannis qui et Anselmi dicitur, Oberti et dominiCalephi, cellerarii, qui pro monasterio ibi aderat: F. GuaScO di biSiO, F. GabOttO e a.PeSce citati, p. 245, n. XXi; il 27 febbraio 1186 i suddetti beni avevano costituito ladomus Coxe cum pertinenciis suis, allora confermata al monastero di tiglieto da urbanoiii (cfr. Vi, nota n. 22). Coxa era nel territorio di cassinelle. infatti il 10 maggio 1229,in foro Uguade, anselmo Beruel di cassinelle, per venti soldi di buoni denari pavesi,vendé al domnus enrico de Garbaçola, monaco di tiglieto, a nome del monastero,quartam partem pro indiviso unius gualdi, terre et bossci, cum omnibus super se habentibus,que iacet in territorio Casinellis, ubi dicitur Coxa, pro indiviso cum Luxiardis etcum illis de Podio, coheret ei Batalli et dictum monasterium et Pauarus et heredes quondamMaçuchi et domini Ugonis. Prestò fideiussione Luxiadus di cassinelle.Interfuerunt testes Petrus Pastorinus, Manfredus Bellotus, Guillelmus Episcopus: F.GuaScO di biSiO, F. GabOttO e a. PeSce citati, p. 306, n. LXXXiX.20 il 27 aprile 1184 arnaldo, figlio del fu azzone, vendé al monastero quanto avevain Monte Peletti et in insulis de Valle Marchisi, que perti<strong>net</strong> ad predictum montem, aloidum,pro precio denariorum bonorum Papiensium solidorum septem minus undecimo.La cartula vendicionis, rogata apud monasterium, reca il signum manus del venditoree i signa manuum Ruspi, fratris Pipini, Gandulfi Lavezi, Iohannis de Carboneriis, Anricide Dego, testium: F. GuaScO di biSiO, F. GabOttO e a. PeSce citati, p. 245, n. XXii; il27 febbraio 1186 i suddetti beni erano organizzati nella domus que in Valle Marchionissita est, cum pertinenciis suis, allora confermati al monastero di tiglieto da urbano iii,la quale corrispondeva alla curtis Bruxede confermata il 14 aprile 1187 da enrico Vi(cfr. Vi, nota n. 22). nel 1186-9 (il documento, il cui giorno è ignoto a causa di un guasto),è datato 1186 secondo la natività, ma reca la 5 a indizione, che a Genova, ove èrogato l’atto, correva dal 24 settembre 1188 al 23 settembre 1189) Ogerio Piper (nobilegenovese) donò a fra Calephus, nomine Sante Marie de Recepto (così per tiglieto oCivitatula) et tocius conventus, tutti i propri diritti in manso decano (o de Catio), confermandocosì finem, refutationem et transactionem che al medesimo monastero avevanofatto i coniugi Franco ed elena, suoi concessionari, e rinunciando alla propria parstrium denariorum qui proinde dantur annuatim. Tes[tes Ansel]mus Villanus, WilelmusZetapanem, Ogerius Revenditor et Iohannes Papinus: F. GuaScO di biSiO, F. GabOttOe a. PeSce citati, p. 247, n. XXV.

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