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124alessandrini e il vescovo di acqui 118 . Mentre non sono chiari i motividi quest'ultima eccezione 119 , l'altra riflette l'evoluzione dei rapportipolitici nella regione 120 e in particolare il controllo che il comunedi alessandria esercitava su castelletto almeno dal 1197-9 121 , evidentementelasciato in feudo ai signori locali 122 . anche altre iniziativealessandrine di questo periodo confermano il progetto di assegnarealla Val d'Orba il ruolo di principale collegamento viario con l'emporiogenovese, non essendo ancora sicura la strada di Gavi per leostilità tra Genova e tortona fino al 27 marzo 1199 123 e i marchesifino al 16 settembre 1202 124 . il trattato del 24 marzo 1184 con i consortidi Morbello e Lerma fu rinnovato il 21 febbraio 1198 125 ; il successivo4 luglio i marchesi di Occimiano diedero in feudo al comune118 cfr. V, nota n. 116.119 Potrebbe spiegarsi con le trattative che il comune di alessandria stava conducendocon ugo tornielli, vescovo di acqui, per dare finalmente esecuzione al decretopapale del 1180 sull’abolizione della diocesi di acqui e la sua annessione a quella dialessandria: cfr. r. PaVOni, Il regime politico di Acqui nei secoli X-XIV, in Saggi e documentiII, Studi e testi, 3, civico istituto colombiano, i, Genova, 1982, pp. 75-108, allepp. 95-99.120 cfr. V, note nn. 129 e 130, e Vii, note nn. 1 e 2.121 tra l’11 luglio 1199 e le trattative di pace nell’ottobre del 1200 il marchesebonifacio i di Monferrato rivendicava dagli alessandrini il Castelletum de Valle Urbe:G. b. MOriOndO cit., ii, col. 376, n. 146; Codex Astensis qui de Malabayla communiternuncupatur, a cura di Q. SeLLa, 4 voll., roma, 1880-87, iV, p. 13, n. 996; F. GabOttO,Appendice documentaria al Rigestum Comunis Albe, bSSS, XXii, Pinerolo, 1912, p.19, n. 18; F. GaSParOLO cit., i, p. 241, n. cLXXii, ii, nn. ccV e ccVi. Sulla cronologiadi queste trattative cfr. r. PaVOni, I marchesi del Bosco tra Genova e Alessandriacit., p. 26, nota n. 58. il comune di alessandria dovette accordarsi con i signori dicastelletto durante le ostilità del 1197-9 con il marchese bonifacio di Monferrato: suqueste vicende cfr. G. PiStarinO, Alessandria nel mondo dei Comuni cit., pp. 54-60.122 Già alla metà del marzo 1169 i signori locali avevano donato al comune dialessandria il castello e la villa di castelletto, ma il marchese Guglielmo il Vecchio diMonferrato era riuscito a recuperare quel luogo e lo aveva infeudato al nipote: il marcheseGuglielmo Saraceno di Parodi; da questi marchesi i signori lo riebbero in feudo oin suffeudo (cfr. V, note nn. 50-52).123 cfr. V, nota n. 104.124 cfr. V, note nn. 105-108.125 nel 1224 il marchese Guglielmo di Monferrato considerava propri vassalli isignori di Morbello e aveva beni a Lerma: cfr. V, nota n. 15, e r. PaVOni, I marchesi delBosco tra Genova e Alessandria cit., p. 52, nota n. 133.

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