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56un luogo ad uso pastorale, denominato in analogia dei toponimi fondiaridi origine gentilizia o a questi assimilato 24 ; per la seconda, pro-24 “il nome di Pasturana, per quanto adeguato nella sua struttura, forse originale,di Pastorianum o Pastoriana, alla forma dei nll. fondiari di età romana da gentilizi, risalirà,invece, al nome comune pastor (anche se elevato prestigiosamente al rango di*PaStOriuS), rappresentativo del paesaggio e del nucleo di popolazione costituitasi originariamentein Pasturana. Lo stesso fenomeno si osserva nella formazione di numerosialtri nll. di carattere originario pastorale, in rapporto con l’allevamento di capre o diporci, denominati gli uni da *caPriuS, altri da *POrcariuS, quale, ad es., il nome delMonte Porcariano, oggi Pirchiriano, sulla cui sommità s’erge la Sagra di S. Michele(Valle di Susa) e opposto al Monte Caprasio ossia al Monte del vicus Cabrius o villade Cabrias, oggi chiavrie (torino)”. analogamente il cognome Pastorii di PozzoloFormigaro sarebbe stato “rifatto sulla base del nl. Pastoriana, forse a indicarne la provenienza,oppure, comunque, elevato da nome comune a forma aggettivale per uncapriccio dello scriba, se non per un senso di maggior prestigio formale del cognome,quale gli venisse attribuito dai suoi denominati”: G. Serra, Centri e stazioni pastoralisul territorio dell’antica Liguria, in Etymologica, W. von Wartburg zum siebzigstenGeburstag, tübingen, 1958, ripubblicato in Lineamenti di una storia linguisticadell’Italia medioevale, 3 voll., napoli, 1954-65, iii, pp. 171-173, il quale, avendo utilizzatol’edizione non critica del Gasparolo, datò la falsa donazione di adelaide diborgogna al 969, anziché al 999, e ha citato il toponimo nella forma Pastoriana, anzichéPasturiana, lezione migliore nel testo pubblicato da a. cOLOMbO, I diplomi ottonianie adelaidini e la fondazione del monastero di S. Salvatore in Pavia, in MiscellaneaPavese, bSSS, cXXX, torino, 1932, p. 24, n. ii; sulla falsa donazione di adelaide del999, redatta nell’Xi secolo, cfr. r. PaVOni, La curtis di Owaga e i falsi del SantoSalvatore di Pavia, in Atti del Convegno Studi di Storia Ovadese promossi in occasionedel 45° di fondazione dell’Accademia Urbense e dedicati alla memoria di AdrianoBausola, Ovada, 7-8 dicembre 2002, a cura di a. LaGuZZi e e. riccardini, Memoriedell’ Accademia Urbense, nuova Serie n. 53, Ovada, 2005, pp. 105-128, alle pp.107-118. G. PetraccO Sicardi, Note di toponomastica fondiaria romana riguardo aNovi e alla Valle Scrivia cit., p. 48, ha obiettato che il passaggio da pastor/Pasturanaa Pastorius/Pasturiana appare “poco attendibile, soprattutto se riferita al iX-X secolo”,perché il toponimo compare nella forma Pastorianum già il 30 settembre 982 (in realtàin una copia dell’Xi secolo, cosicché la forma Pastorianum compare per la primavolta nel diploma rilasciato il 6 luglio del 1000 da Ottone iii, considerato originaleautentico), che non convince “la motivazione di maggior «prestigio», per quell’epoca,dei toponimi fondiari rispetto ai toponimi da appellativi” e che “il Serra, inoltre, inquadrail problema di Pasturana nella terminologia inerente all’attività pastorale promossadagli enti ecclesiastici, ma la documentazione da lui citata sui pastores ecclesie èmolto più tarda (1194-1236) della prima attestazione del nostro toponimo”. non solo,ma si può aggiungere che il Serra prese una solenne cantonata interpretando una clausoladella promessa di vendere di 1/3 di 1/10 delle terre e della curia Roboreti o, secondoun’altra interpretazione, 1/3 della decima, fatta il 21 aprile 1202 da alcuni consorti aicanonici della chiesa di Santa Maria de Roboreto (di alessandria, non di tortona!):quod defendent eas partes vobis ab omni homine, sub pena dupli, et nominatim aPastoribus, questi ultimi intesi come “i pastori della «curia robureti», presso Gavi, controle divagazioni dei quali, fuori dei tratti loro assegnati, a norma degli statuti e dei

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